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L'ultima sparata di Gualtieri sui ristori. Michetti e Matone respingono le insinuazioni della sinistra

Pietro De Leo
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Un ticket agguerrito e unito. Con un lungo comunicato stampa Simonetta Matone, candidata prosindaco del centrodestra a Roma, rilancia la solidità della corsa con Enrico Michetti, dopo le polemiche e i retroscena al termine del primo confronto tra i candidati a sindaco. «Michetti e Matone, Simonetta ed Enrico - scrive la giudice prestata alla politica - lavorano assieme per un unico obiettivo: far vincere il centrodestra alle elezioni di ottobre. Se ne facciano una ragione, tutti. Con i nostri due profili professionali che si integrano - prosegue - stiamo ascoltando il maggior numero di cittadini romani che chiedono risposte ai problemi della vita quotidiana e non di vedere una mezz’ora di rissa tv o un salotto all’aperto». Una riaffermazione di coesione poi ribadita dallo stesso candidato sindaco. «Io e Simonetta Matone - scrive Michetti su Facebook - rappresentiamo per Roma l’unica novità, e vogliamo mantenere il nostro stile rispettoso e concreto mentre altri si abbandonano a offese e polemiche sterili. Nel mese di ottobre i romani faranno una scelta importante che, ne sono certo, non sarà presa in funzione di tweet, video o post offensivi».

 

 

E sui refoli del faccia a faccia tra i candidati di qualche giorno fa che si concentra lo scontro politico domenicale, con gli avversari che continuano a tirarla lunga sulla scelta di Michetti di abbandonare la gazzarra. Ieri è stata la volta di Roberto Gualtieri. «Io non scappo davanti ai problemi, ma li affronto», ha scritto su twitter, aggiungendo: «quando mi sono ritrovato a gestire una pandemia, alle imprese e ai cittadini non ho parlato dell’impero romano, ma ho lavorato notte e giorno per far arrivare i ristori e per ottenere il sostegno dell’Europa». Sicurezza del proprio profilo che però scopre ben presto il boomerang, considerando che Gualtieri non è stato riconfermato da Draghi al ministero dell’Economia. E infatti sul punto attacca il centrodestra. «Nessuna lezione dall’ex ministro dell’Economia rottamato dal premier Draghi e scelto dal Pd per dargli un contentino - punge da Fratelli d’Italia Fabio Rampelli - Gualtieri ha la responsabilità di non essersi mai curato di Roma, di aver mancato il varo della riforma costituzionale per la Capitale d’Italia e di avergli destinato una cifra pari a un’elemosina». Sempre dal partito di Giorgia Meloni, il coordinatore regionale del Lazio Paolo Trancassini osserva: «Roberto Gualtieri si vanta di non essere scappato davanti ai problemi, dimenticandosi di essere stato cacciato perché quei problemi non sapeva affrontarli. Il suo Pnrr era ridicolo e tra l’altro non prevedeva un euro per Roma». Nello scontro interviene anche Davide Bordoni, consigliere della Lega. «Gualtieri è consapevole del fatto che ha "affrontato i problemi" così bene da essere mandato a casa da Draghi?».

 

 

 

La giornata di ieri, però, non è stata tutta segnata dallo scontro politico. Michetti, infatti, ha commentato i contenuti dell’inchiesta del Tempo sui costi di realizzazione delle piste ciclabili: «A Roma ci sono ciclabili di serie A e ciclabili di serie B. Le prime hanno costi esorbitanti, arrivando a costare fino a 293 euro al metro, le seconde costano meno di 26 euro al metro ma altro non sono che una passata di vernice sul marciapiede o sulla strada. Inutile, dire che le seconde sono spesso pericolose. In totale i soldi spesi dal Comune di Roma sono stati oltre 4 milioni di euro, con risultati molto discutibili, non solo per i costi ma soprattutto per l'impatto sulla viabilità». E aggiunge: «Roma ha bisogno di un vero progetto di riassetto della mobilità che comprenda tutto, dalle due ruote al trasporto su rotaia, dalla mobilità sharing ai parcheggi. Ci vogliono costi chiari, standard di sicurezza rispettati e una strategia complessiva per la mobilità».

 

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