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La divisione tra destra e sinistra non può valere sul vaccino anti-Covid

Fabrizio Cicchitto
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Caro direttore, che il Signore ci conservi Draghi per i prossimi anni, al netto delle critiche che evidentemente si possono fare a chiunque agisce sul terreno del governo del paese. Purtroppo emerge un inquietante squilibrio fra l’incisività manifestata dal governo nella gestione della pandemia della giustizia e dell’economia e le rilevanti contraddizioni, ambiguità, doppiezze che, ovviamente in modi e su materie diverse caratterizzano da sinistra a destra le forze politiche che sostengono il governo e anche quelle di opposizione. Draghi ha spiegato che il green pass serve appunto a far sì che in modo tranquillo e sereno si possano svolgere una serie di attività che comportano socialità e convivialità. Proprio l’adozione del green pass è utile per evitare di essere costretti a nuovi lockdown imposti da ospedali con le terapie intensive piene e da nuovi numerosi morti. Non ci dobbiamo mai dimenticare che, anche per errori rilevanti commessi dal governo, dalle Regioni e dallo stesso CTS (incredibile schizofrenia su AstraZeneca), ci sono stati 130.000 morti: altro che la febbre un po’ più grave o il virus che sarebbe morto a giugno dell’altr’anno di cui hanno parlato personalità politiche e tecnici.

 

 

Draghi ha anche ribadito la scelta del governo per la riforma della giustizia approvata a suo tempo da tutto il Consiglio dei ministri. A fronte di tutto ciò, procedendo da sinistra verso destra, emergono una serie di interrogativi e di problemi. Il Movimento 5 stelle è allo sbando perché comunque la riforma della giustizia supera l’impostazione giustizialista e manettara che esso è riuscito a imporre in questi anni. A radicalizzare il dibattito c’è da un lato la campagna ossessionante del Fatto, dall’altro alcuni procuratori della Repubblica che si comportano ancora come se fossero i padroni d’Italia, contro il ministro Cartabia è stata scatenata una guerra senza esclusione di colpi, vedrete che prima o poi a lei o a qualche suo parente arriverà un avviso di garanzia. Allo stato viene insultata fino al punto di storpiarne il nome. Per parte sua il PD ha fatto del ddl Zan nella sua attuale versione una questione di vita o di morte. Non basta a Enrico Letta che la Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia si siano dichiarati favorevoli ad approvare una legge che condanni insulti, prevaricazioni, discriminazioni rivolti a gay e a trans? No, Enrico Letta vuole una legge assai ambigua sul terreno del rispetto della libertà di stampa, ma specialmente intende far passare una nozione di gender per nulla condivisibile, che è contestata anche da note femministe. Francamente che una persona possa dichiararsi maschio o femmina prescindendo dalla sua morfologia fisica ci sembra aberrante e comunque non può essere materia che possa esser fatta passare attraverso il comma di una legge e non dopo una discussione assai approfondita e non in seguito a qualche ultimatum di Enrico Letta che non accetta compromessi e che prescinde anche dai rapporti di forza al Senato.

 

 

 

Veniamo al centro-destra. In primo luogo, sta emergendo nel centro-destra la tendenza a farsi a tutti i costi del male da solo. È difficilmente comprensibile perché fra Salvini e la Meloni si è aperto uno scontro senza esclusione di colpi sull’assegnazione della presidenza del Copasir e su un membro del CdA Rai: non è materia questa che provoca straordinari consensi. È anche difficilmente comprensibile perché Forza Italia non ha svolto in materia un ruolo di mediazione. È anche difficilmente comprensibile, almeno per noi, perché Forza Italia non accentua il suo ruolo autonomo e anzi lancia l’ipotesi di un partito unico che nel passato ha sempre accentuato le divisioni del centro-destra e non ha mai portato all’unità, anche perché pure nel quadro dell’alleanza un conto è il centro e un altro conto è la destra.

E veniamo a Salvini. A nostro avviso Salvini ha fatto una cosa molto giusta appoggiando la raccolta di firme promossa dai radicali sui sei referendum sulla giustizia: vedendo le centinaia di emendamenti presentati dai grillini e i proclami di alcuni procuratori della Repubblica i referendum sono una risposta assolutamente giusta. Invece non è condivisibile, a nostro avviso, quello che stanno dicendo Salvini e la Meloni contro il green pass e sulle vaccinazioni sotto i 40 anni. Non solo Draghi, ma anche un esperto come il prof. Bassetti di Genova, che ha un chiaro indirizzo politico di centro-destra, si sono espressi in modo assai netto per l’utilità delle vaccinazioni dai 12 anni in su. Fra l’altro, cosa avverrà a settembre per la scuola? Che c’entra l’evocazione di Orwell e della Fattoria degli Animali con l’affermazione di regole e di comportamenti in presenza di una pandemia che sta provocando milioni di morti in tutto il mondo? Francamente a nostro avviso la divisione fra destra e sinistra può valere su molti temi, ma non sulla validità delle vaccinazioni dagli anziani fino ai giovani. L’ambiguità sul tema no vax diminuisce e non aumenta la credibilità dei leaders delle forze politiche. Dopodiché è giusto analizzare tutti gli errori che in materia sono stati fatti certamente dai governi che si sono succeduti finora, ma in modo clamoroso anche da alcune Regioni di centro-destra e di centro-sinistra. Un minimo di obiettività su una materia così delicata è imposta dal rispetto che si deve alla salute delle persone che è prioritaria su tutto, anche perché non c’è né libertà né attività economica fiorente mentre decine e decine di persone muoiono quotidianamente, così come è avvenuto fino a quando fortunatamente non sono entrati in campo i vaccini. E quello che sta accadendo in Israele e in Inghilterra dovrebbe essere materia di riflessione per tutti.

 

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