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L'ultima balla dei contiani su Draghi: "Troppi voti di fiducia". Ma Giuseppi faceva peggio

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Mario Draghi chiede troppi voti di fiducia. E' l'ultimo attacco fatto al governo dai nostalgici contiani, e in particolare da Jessica Costanzo, ex 5 stelle passata nel gruppo "L'Alternativa c'è" dopo la caduta del governo giallorosso in polemica con la decisione dei grillini di appoggiare Draghi. «Sette: sapete di cosa sto parlando? Non è un numero della tombola, è il numero di fiducie che il Premier Draghi ha posto in meno di cinque mesi di Governo; l’ultima è stata posta la settimana scorsa, il 13 luglio, con il Sostegni-bis. Presidente, è un atto di resa: noi ci stiamo arrendendo". 

Ma davvero Draghi abusa dei voti di fiducia? Se anche fosse, molto meno del suo predecessore. Per scoprirlo, basta partire dal dato fornito dalla Costanzo. Se l'attuale governo ha posto sette volte in cinque mesi, vuol dire che ha chiesto il voto di fiducia ogni 21-22 giorni. Il governo Conte bis faceva molto peggio. Secondo i dati aggiornati al 15 dicembre 2020, quando di fatto Matteo Renzi aveva aperto la crisi di governo, il secondo esecutivo di Giuseppi aveva già posto la questione di fiducia trentatrè volte. Cioè una volta ogni 14 giorni. A eccezione del governo Monti (una ogni dieci giorni) tutti gli altri esecutivi più recenti erano stati più rispettosi delle prerogative del Parlamento. Renzi aveva chiesto una fiducia ogni 16 giorni, Gentiloni una ogni 21 giorni, il quarto governo Berlusconi una ogni 27 giorni e Letta una ogni trenta.

Insomma, se proprio vuole parlare di attentato alla democrazia, la Costanzo farebbe meglio a verificare come si comportava a Palazzo Chigi il suo amato Giuseppi...

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