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Letta chiede l'obbligo vaccinale. E sul green pass è guerra nel governo

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Continua a dividere gli schieramenti politici l’idea di poter utilizzare il green pass - che attesta la vaccinazione o la guarigione dal Covid - per accedere ai luoghi di divertimento, nelle attività commerciali o sui mezzi di trasporto. Ma anche, forse, nei ristoranti o nei bar al chiuso. Un dibattito aperto da una settimana, sulla scia dei provvedimenti emanati in Francia dal presidente Emmanuel Macron. Per il nuovo decreto anti-Covid il governo attende indicazioni dal Cts e dalla cabina di regia.

 

 

Le ipotesi parlano della possibilità di rendere il permesso necessario per accedere a discoteche, ristoranti al chiuso, stadi, piscine, palestre, concerti e viaggi in treno o aereo. Se Pd ed Italia Viva, pur con diverse sfumature, si dicono a favore dell’utilizzo della certificazione, così come parte di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia restano contrarie parlando di limitazioni della libertà personale e di impresa. A fronte della ripresa dei contagi, soprattutto tra le fasce di età più giovani, anche per effetto della variante Delta, oggi il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha invitato a prendere in considerazione l’utilizzo del green pass per "i grandi eventi come stadi, concerti». Sottolineando però che «diventa sempre più difficile il suo utilizzo per assembramenti più piccoli, perchè non abbiamo un’equità di accesso al vaccino".

 

 

L’ex premier Matteo Renzi si è detto "favorevole al green pass, anche per i trasporti. Se dobbiamo tornare in zona rossa, ci vada chi non è vaccinato. È l’unica strada per evitare l’obbligatorierà del vaccino". Un’ipotesi sposata invece dal segretario Pd, Enrico Letta, che ieri sera chiudendo la Festa de L’Unità a Testaccio ha ribadito: "Sono tra i favorevoli all’obbligo vaccinale. Non è una cosa che non esiste, ci sono già degli obblighi vaccinali. Non stiamo inventando una cosa nuova. Dopo quello che è avvenuto in questo anno e mezzo, mi chiedo cos’altro dobbiamo aspettare". Di avviso opposto sono le forze di centrodestra. Il leader della Lega Matteo Salvini ha sostenuto: "Mi sembra giusto mettere in sicurezza genitori e nonni, mi sembra demenziale minacciare, obbligare, costringere e multare i 15enni e i 18enni. Chi parla di green pass già per quest’estate per i nostri figli fa un danno enorme a loro e al sistema Italia, perché nessun ventenne avrà la seconda dose ben che vada prima dell’autunno". Mentre il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, ha aggiunto: "Al ristorante, con i numeri che abbiamo, mi sembrerebbe una scelta fuori luogo e incomprensibile". Sulla stessa linea Giorgia Meloni che ha ribadito la sua netta contrarietà. "L’obbligo vaccinale allontana ancora di più - ha detto la leader di FdI - oltre che devastare la nostra economia, sarebbe una scelta liberticida e inutile. Non è un tema ideologico, ma mi pare che si stia affrontando così. Noi dobbiamo favorire la campagna vaccinale e per farlo serve una campagna trasparente e serietà, che è mancata in tutta questa vicenda".

 

 

 

 

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