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Stadi, concerti e discoteche, come sarà il Green pass all'italiana

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Green pass sì, green pass no, green pass forse. Con l’aumento dei casi covid, e dopo la mossa di Macron in Francia, nel nostro Paese prende corpo il dibattito, con prese di posizione diverse, sull’utilizzo del green pass, soprattutto per frenare la diffusione delle varianti, in particolare la Delta. La discussione è arrivata anche sul tavolo del governo che, con il Cts ha avviato la fase di studio. La riunione della cabina di regia è prevista a giorni e una decisione potrebbe arrivare agli inizi della prossima settimana. La direzione sembra essere quella di un «green pass all’italiana», quindi limitato solo ad alcune situazioni.

Il sì all’ipotesi di adottare anche in Italia il modello esteso, come in Francia, è arrivato da Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza: «È assolutamente giusto portare questo modello in Italia. Bisogna fronteggiare questa quarta ondata, che è minacciosa perchè la variante Delta è contagiosissima e quindi c’è la necessità di prendere le misure più adeguate». Sulla stessa lunghezza Matteo Renzi: «D’accordo con Macron, chi è vaccinato entra dove gli pare e chi non lo è deve avere delle regole diverse. Su sanità e scuola, quindi per infermieri, medici e insegnanti, dico che se fai quel lavoro ti devi vaccinare, perché voglio mandare i miei figli in una scuola dove il vaccino c’è. Se non lo vuoi fare, stai a casa e non prendi lo stipendio». «La decisione» sul Green pass «verrà presa nella cabina di regia che si svolgerà nei prossimi giorni, probabilmente la prossima settimana, sarà lì la sede nella quale il governo si esprimerà», ha dichiarato la ministra agli Affari regionali, Mariastella Gelmini. «È chiaro che guardiamo con preoccupazione la diffusione della variante Delta, stiamo monitorando l’andamento dei dati. Devo dire che è confortante il numero di inoculazioni giornaliere perché riusciamo a raggiungere, e spesso superare, le 500 mila inoculazioni al giorno e questo ci conforta», ha spiegato. «Il governo è molto attento alla variante, stiamo procedendo con i sequenziamento, stiamo andando avanti con le vaccinazioni, la prossima settimana si riunirà la cabina di regia per le decisioni del caso», ha aggiunto. Per quanto riguarda il «modello francese», Gelmini ha ribadito che «noi non inseguiamo modelli stranieri, troveremo una via italiana all’utilizzo del Green pass».

 

 

 

 

 

Tra i contrari al modello francese il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: «No al green pass alla francese ora che i contagi sono ancora bassi, è da valutare in prospettiva per i grandi eventi se le ospedalizzazioni aumenteranno. Secondo Sileri, però, è "giusto usare il green pass per stadi e discoteche, per i ristoranti direi di no a meno che non si arrivi a 30mila casi al giorno«. Contraria la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: Mentre in Italia si guarda a Macron come "modello" - ha scritto su Facebook - la Germania dice no al Green Pass come requisito per partecipare alla vita sociale: la coercizione non è la via per guadagnare la fiducia dei cittadini. Secondo la stampa nostrana, chiunque provi ad opporsi ad una stretta così illiberale e pericolosa, è automaticamente un "no vax". Quindi, secondo certi giornalisti, anche Angela Merkel è una "no vax"? Non se ne può più di questo approccio ideologico che continua a estremizzare il dibattito tentando di mettere le persone le une contro le altre».

Di introdurre l’obbligo del green pass per entrare in bar e ristoranti, «ne parleremo se e quando ce ne sarà la necessità», dice il leader della Lega Matteo Salvini. «Adesso chiediamo attenzione, rispetto delle regole però non possiamo terrorizzare la gente prima del tempo. Quindi se ce ne sarà la necessità vedremo se investire in sicurezza. Noi vogliamo garantire un’estate in salute e al lavoro. Fortunatamente la situazione è positiva, il piano vaccinale corre. Abbiamo archiviato i ritardi di Conte e Arcuri e grazie a Draghi e Figliuolo tutti quelli che vogliono mettersi in sicurezza possono farlo. Fragili e anziani sono coperti all’80%».

Dalle Regioni, che da giorni chiedono un punto finale sulla vicenda, arriva la voce del governatore della Lombardia, Attilio Fontana: «Mi sembra che sia una discussione fuori luogo. Oggi non vedo perché parlare di green pass visto che abbiamo numeri che non sono assolutamente tali da giustificare un’iniziativa in questo senso». Secondo Fontana «il punto di riferimento» dovrebbe essere «l’occupazione degli ospedali, sia nelle rianimazioni che fuori dalle rianimazioni. Questo parametro ci lascia tranquilli. In settimana si dovrebbe riunire la Conferenza delle Regioni con il Governo proprio per valutare l’opportunità di modificare i parametri. La situazione è in evoluzione, quindi, anche i parametri che rappresentano eventuali situazioni di allerta devono essere cambiati».

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