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Matteo Renzi manda in tilt i 5Stelle. Colpo di grazia sulla giustizia, cosa rivela a In Onda

Giada Oricchio
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La riforma della giustizia presentata dal ministro Marta Cartabia in CdM ha sollevato uno tsunami nella acque già increspate del Movimento 5 Stelle. Il nocciolo è la prescrizione diversa per chi ha commesso reati di corruzione e concussione, una accordo al ribasso secondo quanto previsto dall’ex ministro della giustizia Bonafede. Per questo, numerosi deputati e senatori stanno prendendo le distanze dal via libera che i quattro Ministri pentastellati hanno dato al premier Draghi assicurando il sostegno in Parlamento.

 

Anche l’ex premier Giuseppe Conte, che non ha concordato la sua posizione con i vertici del Movimento, ha criticato la decisione: “Chi canta vittoria non trova il mio consenso. Se sarò leader il M5S avrà forti principi”. Grillini sull’orlo di una crisi di nerrvi e Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ospite di In Onda, venerdì 9 luglio, li spinge nel burrone: “Draghi si sta allontanando sempre più dall’operato di Conte. I partiti sono in crisi di identità, i 5 Stelle sono messi maluccio e non farò niente per aiutarli anche se siamo insieme al governo. Spingo per la divisione tra Grillo più filogovernativo e Conte a sinistra? Beh detta così fa ridere, Conte ha firmato i decreti di Salvini sull’immigrazione. Io non sto cercando di romperli, stanno facendo tutto da soli. Grillo sta spaccando il suo Movimento. Non mi interessa salvarli perché ritengo che i 5 Stelle abbiano fatto male alla politica e al paese”.

 

La conduttrice Concita De Gregorio gli chiede cosa ci sia all’orizzonte: crisi di governo o elezioni anticipate? E Renzi scuote la testa: “Secondo me le elezioni saranno nel 2023, il governo va e Draghi è una garanzia. Si va a fine legislatura, si vedrà cosa succederà sul presidente della Repubblica”. L’altra coconduttrice, Gaia Tortora, per una sera al posto di David Parenzo, sottolinea che i pentastellati hanno detto sì all’unanimità a una prescrizione che per i reati di concussione e corruzione prevede altre cose creando di fatto imputati di serie a e serie b, diversi a seconda del reato compiuto.

Un’osservazione che stana Matteo Renzi: “Abbiamo accettato il punto, è un passo avanti a quanto voleva l’ex Ministro della Giustizia Bonafede. Lo abbiamo fatto per andare incontro ai grillini anche se non è servito, ma è un punto che nel dibattito parlamentare sarà rivisto, modificato, se non eliminato. Era una mediazione, ma lavoreremo in Parlamento per far sì che non ci siano processi di serie a e serie b. Ricordate che il Parlamento è sovrano”.

 

Per domenica pomeriggio è stata convocata una riunione congiunta dei capigruppo di Camera e Senato dei 5 Stelle e secondo indiscrezioni molti si allineeranno alla posizione di chi è contro i 4 Ministri che hanno avallato l’accordo sulla prescrizione e agitano lo spettro della crisi. Per la De Gregorio sono troppe le voci di dissenso nei 5 Stelle: “Dove portano queste frizioni? Non è che si arriva a uno smottamento del governo Draghi?” e Renzi punge il Movimento: “Le rispondo con sincerità, secondo me no. Anche perché questo governo nasce con una maggioranza ampissima che reggerebbe anche un’eventuale divisione e i primi a non voler far finire la legislatura, per motivi più o meno nobili, come ad esempio l’indennità, sono proprio i parlamentari grillini. Non prendiamoci in giro. I 5 Stelle non faranno mai finire la legislatura in anticipo perché nella prossima anziché 1000 rientrano in 600, avevano preso il 33% e ora in base ai sondaggi sono alla metà”. Insomma, secondo il senatore fiorentino, sarebbe una questione di banale convenienza e tornaconto.

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