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"Questa trasmissione è una vergogna", La Russa sbotta contro L'Aria che tira

Giorgia Peretti
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Lite furiosa negli studi de L’Aria che tira Estate tra Ignazio La Russa e Maria Teresa Meli e il conduttore Francesco Magnani. Al centro dello scontro, nella puntata di mercoledì 7 luglio, c’è il ddl Zan. Il disegno di legge contro l’omotransfobia continua a far discutere, complice il recente ripensamento di Matteo Renzi sulla stesura del testo. Il voto al Senato è previsto per il 13 luglio, ma ora si ragiona attorno ad un compromesso con la principale forza politica promotrice della misura, il Pd, arroccata nella sua stesura del testo originario.

Ospiti negli studi di La 7, Maria Teresa Meli, firma del Corriere della Sera, e Ignazio La Russa, esponente di Fratelli d’Italia. Per la giornalista il disegno di legge proposto da Alessandro Zan (Pd) si tratta si buonsenso e civiltà: “Questa è una legge di civiltà per tutta l’Italia perché fa sì che noi diventiamo un paese più civile di quello che siamo”. Chi sembra smentire le tesi della Meli è Ignazio La Russa che replica così: “Non mi sorprende che il Pd e la sinistra rifiuti il compromesso perché forse preferiscono che sia bocciata del tutto per poter gridare. Ma io riporto i dati dell’Oscad, che dicono che dal 2010 al 2018 le condotte illecite con intenti discriminatori per l’orientamento sessuale sono soltanto 212 cioè 26 segnalazioni all’anno. Non mi si venga a dire che l’Italia sia un paese indietro”. La Meli si scalda e lo interrompe ripetutamente sollevando l’urgenza della questione: “E' una legge che hanno tutti i paesi civili”. La Russa sottolinea: “No, non mi interrompa. Siete agitati quando parlate di queste cose io dico che non c’è l’urgenza di questo provvedimento ma non sono contrario a inasprire le pene per qualunque azione di violenza. Quello che non ci piace è che si colpiscono le idee”.

 

 

 

 

 

 

 

L’intervento del deputato di FdI poco dopo viene interrotto dal conduttore per lanciare un servizio sulla comunità Lgbt, poi l’ospitata della presidentessa dell’Arcigay e di nuovo le idee della Meli. Infine, a La Russa restano pochi secondi prima di chiudere il blocco dedicato all’argomento. “Dobbiamo andare in pubblicità”, dice Magnani. “Lei mandi un po’ in ritardo la pubblicità, perché devo rispondere in un minuto soltanto io? – si scalda l’esponente di FdI-  È una vergogna come lei sta impostando questa trasmissione, i servizi, le persone che invitate e poi mi da 30 secondi? Io rinuncio ai miei 30 secondi, o lei mi dà 3 minuti o io rinuncio”. Poi continua con l’affondo alla trasmissione: “E vada in pubblicità parlo dopo. Cosa sono la foglia di fico di queste tesi assurde? Non sono la foglia di fico di una trasmissione orientata. Ho perso un minuto per svelare la natura di questa trasmissione”. Magnani accusa il colpo e manda il nero, al ritorno concede i “120 secondi” all’onorevole che spiega: “Il problema di questa legge è che discrimina le opinioni diverse. La prima legge al mondo che mette un limite di opinione e libertà di pensiero. Noi non vogliamo nessun limite illogico e illiberale”. Il conduttore però sembra non aver digerito bene la stoccata di poc’anzi e lo blocca nuovamente: “La devo fermare penso di averle consentito il tempo di replicare anche se è arrivato ad offendere il lavoro che ho svolto dicendo che era una trasmissione vergognosa. Tanto le dovevo, ora però devo andare avanti”.

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