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Caso servizi segreti, parla Ignazio La Russa: "Io al Copasir? C'è Urso"

Pierpaolo La Rosa
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«Io alla guida del Copasir? Non è nelle mie corde». Ci risponde così il senatore di Fratelli d’Italia e vicepresidente dell’Assemblea di palazzo Madama, Ignazio La Russa, sulla questione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Una vicenda che sta diventando una telenovela. Dopo le dimissioni, l’altro ieri, dei due esponenti leghisti tra cui il presidente Raffaele Volpi, Fratelli d’Italia - a cui, secondo la legge, come opposizione spetta la presidenza - indica per il vertice l’attuale vicepresidente dell’organismo che si occupa di intelligence, Adolfo Urso, il quale viene giudicato filo-iraniano da Matteo Salvini. Lega che avrebbe, anzi, rilanciato, manifestando la disponibilità a votare proprio per La Russa. «Non ho problemi con nessuno, aspetto le dimissioni di tutti gli altri membri del Copasir - le parole sempre di Salvini riferite all’ex titolare della Difesa - La Russa non è membro del Copasir, quindi qualcuno si deve dimettere».

 

Senatore La Russa, le piacerebbe diventare presidente del Copasir?
«Faccio politica da tantissimi anni, ho fatto di tutto tra Camera e Senato, ma non sono mai voluto andare al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, neanche come semplice componente. Non è nelle mie corde. Anche quando ero ministro della Difesa non mi sono occupato granché di Copasir. Sono un uomo di partito, ma se posso scegliere direi "no, grazie". Non escludo niente ma, lo ripeto, non è nelle mie corde, soprattutto in questo caso perché a ricoprire il ruolo di presidente del Copasir dovrebbe essere Urso».

 

A proposito di Urso, Salvini ha però detto che «la Lega non darà mai il suo consenso a qualcuno che ha amicizia con un regime, come quello iraniano, che vorrebbe cancellare Israele»...
«Mi auguro che la questione si possa risolvere nei prossimi giorni quando ci vedremo di persona con il segretario della Lega. Spero che le polemiche si possano attenuare. L’immagine della vicinanza di Urso con l’Iran mi fa solo ridere. Adolfo, da questo punto di vista, ha svolto un’attività professionale che è cessata da quando è parlamentare. Solo un’informazione completa sui fatti può attenuare questo ostracismo nei suoi confronti. Si sta finendo per avvelenare i pozzi: non mi riferisco a Salvini, ma a questo continuo botta e risposta sulla vicenda. Ed il parlare di Iran non rende di certo l’acqua molto potabile».

Alla fine, secondo lei, come se uscirà da questa situazione?
«La faccenda è un po’ ingarbugliata, ma la cosa più importate è quella di mantenere saldo, compatto, il centrodestra. Sono sicuro che troveremo una via d’intesa, una soluzione su questo tema».

 

Come lei accennava, dopodomani è in programma la riunione tra i leader del centrodestra sulle prossime Amministrative. Sarà l’appuntamento decisivo per la scelta dei candidati della coalizione, soprattutto nelle grandi città come Roma e Milano?
«Speravo che si potesse arrivare lunedì con il problema del Copasir risolto. L’obiettivo è di trovare candidati civici, con le maggiori chance di vittoria. Mettiamoci attorno ad un tavolo, consapevoli a partire da Salvini e Meloni che l’unico criterio è appunto quello di presentare personalità in grado di potere prevalere sugli avversari: avere un candidato di bandiera che poi perde sarebbe una tragedia».
 

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