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Ddl Zan, scintille tra Enrico Letta e Matteo Salvini. Sui social Fedez attacca Renzi

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La strada verso il voto del 13 luglio è ancora lunga. Sul ddl Zan si sono concentrate le attenzioni della politica, con uno scontro interno alla maggioranza che ha varcato i confini dei palazzi della politica per finire sul variegato mondo dei social network. E degli influencer, perché oltre alle tattiche dei partiti tiene banco anche lo scontro tra Fedez e Matteo Renzi. "Visto che si vuole fregiare di essere il paladino dei diritti, facendo votare sì al ddl Zan dal suo partito, dopo aver fatto questo elogio dell'Arabia Saudita, che non è proprio un esempio sui diritti, diciamo che potrebbe riscattarsi", attacca il cantautore in una diretta Instagram con Alessandro Zan, il deputato del Pd e primo firmatario del disegno di legge. Che prova a tenere i toni bassi per non inasprire il clima, ma un messaggio ai suoi ex compagni di Iv lo lancia comunque: "Il tentativo di mediazione della Lega è una trappola, vogliono usarli come 'Cavallo di Troia' per affossare la legge".

Dal canto suo, l'ex premier, sempre sui social, rilancia la foto della dedica che apre il suo nuovo libro: "A chi, in quelle ore difficili, ha creduto ancora in noi. E a chi sa ancora riconoscere la differenza tra politici e influencer". Spiegando che pur avendola scritta un mese fa, a suo parere si attaglia perfettamente alla situazione: "O fai politica con le tue idee o segui la massa e i populisti". Resta il fatto che Renzi sostenga ancora la bontà di arrivare a un compromesso con il Carroccio, partendo dalla proposta di legge firmata dal sottosegretario di Iv, Ivan Scalfarotto, nella scorsa legislatura. E sulla quale anche i leghisti sembrano non avere obiezioni. Zan, però, non ne vuol sentir parlare: "Come posso avallare una mediazione che toglierebbe un pezzo di umanità dal testo? Ogni parola che togli o aggiungi ha una ricaduta pesantissima sulle vite delle persone".

In questo scenario, continuano le scintille tra Matteo Salvini ed Enrico Letta. "Nella legge di Orban l'omosessualità è posta al livello della pornografia e la protezione dei bambini è usata solo per discriminare, dice Von der Leyen. Noi stiamo con l'Unione europea. Salvini e Meloni con Orban. Come si può dar credito alle loro presunte proposte di mediazione", twitta il segretario dem. La replica del leader di via Bellerio non contribuisce a rasserenare il clima: "Noi proveremo col dialogo fino all'ultimo, se Letta vuole affossare la legge, ci sta riuscendo". E sulla polemica Fedez-Renzi, l'ex ministro dell'Interno glissa con una battuta: "Preferisco Orietta Berti".

Nel frattempo Iv rintuzza ogni ventilata ipotesi che la spinta verso la mediazione sia frutto di un accordo che guarda lontano, alla prossima elezione del presidente della Repubblica. "Ipotesi adatte solo per i retroscena", taglia corto Scalfarotto. Vittima di un attacco durissimo, portato via social, da un'esponente del Pd e candidata a Civitavecchia, Rosamaria Sorge, che su Facebook scrive: "Con Scalfarotto voglio essere politicamente scorretta: a frocione di m". La solidarietà delle forze politiche è quasi unanime, anche dai democratici, con Enrico Letta che pubblicamente annuncia l'espulsione di Sorge dal partito: "La comunità del Pd è basata su rispetto e tolleranza". I toni sono già ben oltre la soglia di guardia e la partita è ancora lunga.

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