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L'Italia non si inginocchi, la Sinistra vuole imporre un gesto ideologico e inutile

Francesco Storace
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Il derby del ginocchio. Si sono radunati a tarda sera, gli azzurri, per decidere insieme se inginocchiarsi o no stasera contro l’Austria. Ovvero, discutere se la Nazionale di calcio debba obbedire a Enrico Letta e alle sue fantasiose pretese per gli europei. Ma se le sbucci lui le ginocchia, se tanto ci tiene. Che poi inginocchiarsi è il contrario della posizione eretta, ferma, dignitosa. Ci siamo inginocchiati per anni alle grandi potenze e quando si vede in lontananza l’America ancora oggi la lingua si perde alla ricerca di saliva per farsi notare ancora di più. Con l’Unione Europea c’è chi si inginocchia fantozzianamente persino con i burocrati che ci fanno impazzire.

Ma che a qualcuno passasse per la testa di imporre un gesto politico ai campioni del nostro calcio – e speriamo di quello europeo – davvero no. Lo abbiamo sentito sere fa dalla Gruber, e non credevamo a quello che ascoltavamo, il segretario del Pd avanzare la richiesta alla Nazionale che stasera giocherà contro l’Austria di inginocchiarsi contro il razzismo. Secondo la moda del momento. Ma che diamine vuol dire...che c’entra lo sport...Non c'è bisogno di mettersi quasi a strisciare per dire che il colore della pelle non fa differenza quanto a diritti umani. Perché inginocchiarsi, semmai, diventa il simbolo della resa, la manifestazione della sottomissione, è la posa di fronte ad un’autorità superiore. E poi, chi stabilisce l’obbligo? Mi inchino volontariamente, e poggio le ginocchia a terra, solo davanti al Papa. E magari è Bergoglio a non volere un atto di devozione. Tutto strano a questo mondo.

Enrico Letta non ha chiesto a nessuno di inginocchiarsi per Sabban Ammas, quella povera ragazza pakistana probabilmente trucidata per il no alla sua famiglia sul matrimonio combinato. A quale moschea ha rivolto il suo appello il capo sbilenco di un Pd che fatica a stare in linea con la realtà?
C’è anche il razzismo al contrario, se di questo si tratta. Appena l’altra sera venti ragazzi di colore a Piazza Trilussa, a Roma, hanno aggredito un giovane cameraman di Sky mentre gli gridavano "sporco bianco". Due parole di solidarietà a quel lavoratore gliele ha rivolte il segretario del Pd?
Si dice che inginocchiarsi richiami il triste gesto di quel poliziotto americano che uccise George Floyd. Si fa la stessa cosa per protestare contro il razzismo, è la proposta.

 

 

 

 

 

Giorni fa, ancora nella Capitale, si sono sfiorati i morti – evitati per la reazione di un poliziotto persino indagato – per un ghanese che agitava pericolosamente un coltellaccio. In questo caso come si manifesta il no alla violenza? Con un coltello o porgendo delicatamente il collo alla lama?
Dice Luca Barbareschi e non si vede chi possa dargli torto: “Lo sport deve restare fuori da queste robe, così come noi artisti, altrimenti diventiamo cartellini da usare quando serviamo - spiega l’attore - La politica faccia la politica, lo sport faccia lo sport e l’arte resti arte, perché la commistione porterà problemi a tutti. Il mondo del politically correct ha già devastato la cultura occidentale ed è arrivato nel cinema, ora cosa vogliamo fare, un calcio politicamente corretto? È tutto sbagliato, gli sportivi devono fare gli sportivi”.

Ma Enrico Letta e i suoi non lo capiscono proprio. A loro interessa solo speculare, fare demagogia, propaganda. Ed è stato evidente l’imbarazzo di Leonardo Bonucci e dei campioni azzurri a dover discutere attorno ad una sceneggiata. Anche perché l’Italia non può beccarsi l’accusa di essere razzista solo se non si inginocchia...

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