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Perché il green pass è anticostituzionale. Paragone all'assalto: vaccino e tamponi, quello che non dicono

Gianluigi Paragone
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Il lasciapassare approvato ieri, tra le altre cose inserite nell’ultimo decreto «Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche sociali», è politicamente discutibile, è arbitrario, discriminatorio, forse persino anticostituzionale. Intanto perché dà l’idea che la partita delle riaperture dipenda da questo foglietto zeppo di contraddizioni e controsensi (somiglia al governo a pensarci bene), quando invece sarà un altro tassello della burocrazia.

 

Riepilogando. Un vaccino non obbligatorio è uno dei presupposti per un lasciapassare. Ripeto, un vaccino non obbligatorio e questo già basterebbe per chiudere qui la discussione: se una cosa non è obbligatoria, significa che è facoltativa pertanto perché escludere da un qualcosa, fosse anche minimo, chi si sta attenendo alla legge. Ma andiamo avanti.

 

Questo vaccino - non è obbligatorio - è anche gratuito. Giustamente. Ma se è gratuito il vaccino perché bisogna pagare per ottenere una delle altre due opzioni previste, cioè i tamponi e i test sierologici? Avevo proposto due emendamenti: uno per abrogare l’intero certificato, l’altro (come subordinata) che almeno fosse tutto gratuito: respinti. Ho capito che il manovratore non va disturbato e che i vaccini sono il mantra della maggioranza, ma così è discriminatorio perché si agisce sulla disponibilità economica delle famiglie! Chi non si fa il vaccino (non obbligatorio) deve pagare per i tamponi e i test al fine di ottenere il pass, così da spingere le persone a farsi il vaccino. Mi sembra una discriminazione oltre che un controsenso visto che non vaccinarsi non è in contrasto con alcuna norma.

 

Il vaccino però non sempre fa dormire sonni tranquilli al governo, a chi lo sostiene e agli scienziati da talk. A parte la gente che muore dopo aver fatto i vaccini (ma la questione vedo che non li turba particolarmente), ci sono pure coloro che hanno fatto il vaccino, hanno fatto il richiamo e poi vanno in palestra convinti di essere a posto e infettano ugualmente. Perché ci sono le varianti. Toh…

E poi ci sono quelli che fanno il vaccino e non sviluppano anticorpi: siccome a loro il certificato spetta, è un po’ come (seguendo il criterio logico di chi non vuole sentire ragioni) attribuire la patente di untore. Untori patentati, a norma di legge. Non a caso sono costretti a parlare di terza dose: su quali basi non è dato sapere.

Per chiudere, ci sono ragazzi che rischiano di rovinarsi solo perché gli hanno messo in testa che senza vaccino non sono liberi. E dopo un anno in didattica a distanza e lockdown cercano i loro spazi più di ogni altra cosa. 

 

Qui entra così in gioco una informazione telecomandata. La Rai è diventata tv di Stato. L’altra sera Vespa ha fatto un vergognoso processo a Gianni Rivera, colpevole di aver detto che non si sarebbe vaccinato. E siccome il vaccino non è obbligatorio, lo poteva dire oltre che fare. L’aggressione - mi verrebbe da dire il bullismo giornalistico - di Bruno Vespa è stato francamente un pessimo segnale. Quanto l’allungamento dello stato d’emergenza, con relativi poteri, a favore di Draghi: dopo un anno e mezzo com’è possibile parlare ancora di stato di emergenza?
 

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