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Vaccini, troppo caos sui sieri anti-Covid: li facciamo ma non siamo cavie

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Francesco Storace
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È un frastuono di voci, la Babele delle parole, l’ordine disordinato: signori, vaccinatevi e qualcosa succederà. E’ vero, ci sono meno morti. Così come trova miracolata conferma la previsione del calo enorme dei contagi da Covid. Un anno fa dicevamo che andrà tutto bene, e grossomodo ce la stiamo cavando, visto che grazie a Dio e a chi si è battuto, con le riaperture si torna a respirare.

Ma è tutto così rassicurante? Evidentemente no se in giro monta di nuovo il timore popolare. La domanda “che succederà” torna ad essere la parola d’ordine. Il casino è straordinario ed è doveroso chiedersi se ci sia un’autorità degna di questo nome che spieghi finalmente la situazione. E tocca innanzitutto al ministro Roberto Speranza “illuminare” il popolo. Anziché farsi marchettare dal compagno Pierluigi Bersani, il titolare delle politiche della Salute ha il dovere di pronunciare parole di chiarezza. Lui e il Cts, perché non se ne può più delle “direttive” in perfetta contraddizione.

Nell’ordine, con le ovvie dimenticanze del caso. Sulle varianti che minano l’efficacia dei vaccini sappiamo solo che è proibito indicarle per nazionalità. Delta al posto di India e così via, ma la soluzione sul virus aggravato non ce la garantisce nessuno.

La tempistica tra una dose e l’altra è affidata alla cabala. Succede che in ospedale ti dicano torni i primi di luglio e che poi la tua regione ti scriva invece appuntamento a metà mese o più avanti senza che tu possa aver commesso chissà quale infrazione. Se poi ci sarà la terza punturina lo sanno lassù e quelli che decidono nelle case produttrici dei vaccini.

Per non parlare delle fasce d’età, qualche illustre scienziato tra poco ci spiegherà la bontà del vaccino inoculato via biberon per i nostri bimbi. No, non ci si capisce più nulla. Se pure uno come Vincenzo De Luca smonta la propria credibilità decisionista negando la miscela tra prima dose Astrazeneca e seconda a scelta tra Pfizer e Moderna salvo poi ripensarci, vuol dire che la musica è davvero stonata.

Da Domenico Arcuri a Francesco Paolo Figliuolo è sicuramente cambiato tutto in termini di efficienza della macchina, ma è rimasta troppa confusione. Tra Stato e regioni non si capisce chi comanda.

E poi ci chiediamo: ma nelle istituzioni della sanità europea e mondiale chi sta rappresentando seriamente l’Italia per capire che cosa accade per davvero tra prime e seconde dosi e addirittura il mix tra un vaccino e l’altro? Spiegatelo bene, voi governanti che potete, perché il rischio di passare da cavie lo state facendo venire anche a chi il vaccino non ha esitato a farselo iniettare.

Se l’obiettivo è l’immunità di gregge, come ci si arriva in queste condizioni in cui chi si alza per primo al mattino comanda? Dice Giorgia Meloni: “La comunicazione contraddittoria e semi assente del governo sui vaccini è ciò che più sta contribuendo a scatenare il panico tra i cittadini. Si assumano subito la responsabilità di dare risposte chiare e trasparenti agli italiani: milioni di cittadini sono in attesa”.

Ed è preoccupato anche Matteo Salvini, che lancia l’allarme proprio sulla cosiddetta vaccinazione eterologa: "Un mix per i cocktail è un conto, un mix di vaccini è un altro. Come cittadino chiedo chiarezza. La cosa mi sembra pericolosa, serve prudenza". Hanno ragione entrambi. Ma che dovrebbe fare il cittadino normale visto che tutto questo è drammaticamente vero?

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