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I costituzionalisti bocciano il ddl Zan: "Ambiguo sulla libertà di pensiero"

Tommaso Carta
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Troppe incertezze sull'ambito di applicazione dell'articolo che punisce l'istigazione all'omofobia e poca chiarezza sulle persone da proteggere, anche in virtù di definizioni, come quella di identità di genere, assenti precedentemente nella giurisprudenza italiana. È impietoso il giudizio che arriva sul ddl Zan da prestigiosi costituzionalisti, nonostante il «background» di sinistra. «Sono d'accordo con il contenuto di fondo» del ddl Zan, ma «sono per alcuni aspetti perplesso e per altri contrario all'impostazione della legge». Sono le parole dell'ex ministro e presidente emerito della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick durante l'audizione davanti alla commissione Giustizia del Senato. La legge, ha spiegato, è «necessaria per pagare un debito che abbiamo nei confronti dell'articolo 3 della Costituzione» per cui «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Per il giurista si deve però riflettere sull'articolo 4 «che trasforma la libertà» di pensiero sancita «dell'articolo 21, in una garanzia prevista da una legge ordinaria, come tale modificabile con legge ordinaria».

 

 

Sulla stessa linea l'ex magistrato Carlo Nordio. «Aderisco a quanto detto da Flick. Nel testo c'è una carenza di specificità e tassatività che deve connotare ogni norma penale. Faccio un esempio: quando si parla di orientamento sessuale si dà un definizione spuria che può ritorcersi contro le intenzioni del legislatore. La formulazione della legge è infatti ambigua e poco comprensibile all'articolo 1: vi è un agglomerato di sostantivi e aggettivi che possono dire tutto e il contrario di tutto. Quindi sono favorevole a una riduzione dell'impalcatura lessicale. Poi c'è l'articolo 4: o è superfluo o è dannoso. E esimente, scusante o elemento strutturale del reato?». Così Carlo Nordio, ex magistrato, durante le audizioni su ddl Zan in Commissione Giustizia al Senato. Nordio si esprime anche sul disegno di legge sullo stesso tema presentato dal centrodestra. «Il ddl Ronzulli? Dal punto di vista tecnico presenta minori criticità. La norma non ha particolari difetti come invece il ddl Zan. Mi lascia perplesso il discorso sul bilanciamento delle attenuanti».

 

 

Parole rivendicate proprio dalla prima firmataria del ddl, la forzista Licia Ronzulli: «Anche una voce esperta come quella di Carlo Nordio, audito in commissione Giustizia al Senato sul ddl contro l'omotranbsfobia, evidenzia le criticità del testo Zan. Tra le problematiche più evidenti, come sottolineato dal già procuratore aggiunto di Venezia, i tanti 'aggettivi" con cui il provvedimento vorrebbe introdurre nuove categorie che, cito testualmente, "portati davanti a un procuratore possono dire tutto e il contrario di tutto". È dunque chiaro il rischio, da più parti già richiamato, che in assenza di una norma chiara prevalga la discrezionalità dei magistrati. Spero che questa autorevole audizione convinca i sostenitori del ddl Zan a mettere da parte l'ideologia e a sedersi a un tavolo con tutte le forze politiche per dare subito una legge a chi è vittima di abusi e violenze per motivi legati alla discriminazione» spiega la vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato.

 

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