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L'amicizia "particolare" tra due big del Pd. E Mario Draghi si infuria con i Dem

Arnaldo Magro
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Bene o male, l'importante è che se ne parli. Sempre e comunque. Probabilmente è questa la strategia messa in atto dal Pd lettiano. Alzare ogni giorno il tiro, affinché ci si accorga che il Pd è pure di lotta e di governo. Ora vuole occupare, quegli spazi populisti lasciati vuoti dall'implosione grillina. I malumori interni al Pd crescono di giorno in giorno però. Le proposte ultime del Nazareno, sono parse però ai più come lunari, tanto quanto le dichiarazioni di alcuni suoi alti papaveri. Vedi Emanuele Fiano o Deborah Serracchiani. All'unisono sostengono in diretta tivù: «È il Pd a dettare l'agenda al governo Draghi». Quest'ultima frase pare non sia stata particolarmente gradita a Palazzo Chigi. Su una cosa i Dem non difettano, è la capacità di sentirsi protagonisti. Distonica appare l'idea che un gigante come Draghi, noto per le sue capacità decisionali, possa farsi dettare l'agenda da qualcuno.

A proposito di Pd, non solo di politica si vive. Pare sia nata una «amicizia particolare» tra due big del partito. Nonostante si premurino di tenere il tutto ben sottaciuto, le voci che circolano da qualche giorno sembrano molto ben circostanziate.

 

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