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Lei è il Davigo dei virologi, Vespa contro la gufata di Galli sui vaccini

Giada Oricchio
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A #cartabianca, l’approfondimento di Rai3, martedì 25 maggio, torna a parlare il professor Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano e sono scintille con Bruno Vespa: “Si è pentito di essere stato catastrofista?”, “Mai stato! Ma non raggiungeremo immunità di gregge”.

 

 

 

Bianca Berlinguer, giornalista e conduttrice di #cartabianca, ha fatto ritrovare la parola al professor Galli che esordisce con: “Non mi è mancata proprio per niente la televisione!” e prosegue: “Come commento i dati positivi di questi giorni? Con un grosso sospiro di sollievo. Se c’era stato troppo allarmismo? Un conto sono le scelte dei politici, un conto le valutazioni di chi valuta i dati scientifici con tutta l’alea che comportano, ma senza stare a rinvangare il trend è positivo quindi tiro un sospiro di sollievo. All’inizio delle riaperture ci sono stati limiti e problemi, ma la campagna vaccinale è andata avanti. Probabilmente molte persone si infettano in modo asintomatico e questo è un problema”. Per il direttore Paolo Mieli la partita contro il Covid-19 è ancora aperta anche se i vaccini sono una carta in più e poi fa una boutade: “Rivedere Galli mi tranquillizza, spero che lo eleggano al Quirinale” e il professore esplode nella prima fragorosa risata da quando è in tv. Il clima si fa serio con il giudizio sul Governo: “Sta facendo benino, gli è andata bene su certe scelte – afferma Galli -, ma il nemico è il virus, non è che uno è contento se le cose vanno male, io mi auguro che questo trend sia mantenuto in senso favorevole. Vi do una conferma sui vaccini con uno studio importante che uscirà il 5 giugno: il Pfizer funziona per l’89,5% contro la variante inglese, per il 75% contro la variante sudafricana, ma soprattutto è efficace per il 94,7% contro ospedale, rianimazione e cimitero. Questi sono i dati che ci fanno vedere il bicchiere mezzo pieno. Vi ricordo che Fauci ha detto che in Italia la vaccinazione era il nostro buon inizio e ci ha dato più respiro per la vita ogni giorno. Ripeto: i dati sono importanti e vanno in direzione favorevole”. La Berlinguer domanda: “Le Foche dice che nel 2022 l’epidemia sarà dimenticata”, ma Galli non è così ottimista: “Con tutto il rispetto mi sembra un’ipotesi campata per aria. Anche l’immunità di gregge mi lascia un filo perplesso, è difficile parlarne, noi stiamo vaccinando per tenere fuori le persone dall’ospedale, dalla rianimazione e dal cimitero però non dimentichiamo che stiamo usando un vaccino costruito sul virus di un anno e mezzo fa a Wuhan, ci sono state tante varianti tanto che si è visto che chi ha contratto ora l’infezione ha anticorpi superiori perfino a quelli di chi ha fatto il vaccino. E’ molto probabile che dovremo correre dietro al virus adeguando i vaccini e interventi per portare il Covid a essere un virus influenzale. Per ora sappiamo che il vaccino verosimilmente protegge per più di sei mesi. E poi le persone molto esposte e fragili devono essere valutate nella avvenuta risposta al vaccino facendo un esame seriologico e se non c’è risposta si deve cominciare a ragionare sulle strade alternative al vaccino. Secondo me il seriologico dovrebbe essere una misura passata dall’SSN”. In collegamento, Bruno Vespa punge ripetutamente il professor Galli: “E’ il Davigo dei virologi, lui dice che non ci sono persone sane, ma infettati che la fanno franca. Faccia un sorriso liberatorio, non siamo morti dopo le riaperture”, l’infettivologo non ci sta: “Sono rilassatissimo e non faccio il Davigo, di cui ho stima, ma abbia pazienza: ho sottolineato che c’è andata bene però in alcuni settori non mi posso accontentare di vaccinare, devo sapere se ha funzionato o no altrimenti infetto gli altri e su chi non ha anticorpi devo organizzare strategie. Facciamo i medici, non i notai”.

 

 

 

Vespa insiste: “Deve valutare quello che dice perché se lancia il messaggio che uno è contagioso nonostante il vaccino non va bene” e il primario replica contrariato: “Non ho detto che è contagioso, ma che è contagiabile e non muore, la differenza non è da poco. Una percentuale bassa si può ancora contagiare nonostante il vaccino”. Il conduttore di “Porta a Porta” lo incalza: “Lei ha sbagliato prevedendo la catastrofe?” e il primario del Sacco di Milano: “Io non ho previsto la catastrofe! Ho detto che  c’erano margini di rischi con le riaperture del 26 aprile, in Gran Bretagna hanno riaperto con cautela e 30 milioni di dosi in più, quindi fate voi! Il mio era ed è un discorso di cautela. Il 26 fu dato un messaggio di liberi tutti ed era abbastanza rischioso darlo: non c’era una sola proiezione che ci desse la garanzia che sarebbe andata così. Qualcuno doveva pur avvertire, oggi a 15 giorni di distanza dico che le situazioni si sono modificate in meglio, ma io faccio il medico e devo sottolineare la necessità del vaccino sia a livello individuale sia per partecipazione sociale e ritengo che le persone dovrebbero aver garantita la possibilità di sapere se hanno sviluppato anticorpi o no. Inoltre tra X mesi si dovrà decidere se si rivaccina o no”. L’ultima domanda è una speranza: “A fine luglio senza mascherina? Me lo auguro e spero che sia così. Dipende dall’estensione della vaccinazione, dovrebbe coinvolgere pure i soggetti giovani. Con la chiusura delle scuole sarà meno rischiosa la diffusione del virus, ma ci dobbiamo preparare alle riaperture delle scuole a settembre perché non si otterrà la mitica immunità di gregge. Il vaccino non è la coperta che copre dai piedi fino alla testa e non è la coperta di Linus. Vanno valutate le situazioni in cui non sviluppa gli anticorpi e gli over 60 che sono sfuggiti. Vi faccio notare che grazie alla mascherina è scomparsa l’influenza. Biologicamente è stata una vera e propria bomba: l’influenza fa 8000 vittime all’anno e li abbiamo evitati”.

 

 

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