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La sinistra difende i terroristi di Hamas: Israele è un baluardo occidentale e ha diritto di reagire

Riccardo Mazzoni
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Quando Salvini tre anni fa definì Hezbollah – il partito di Dio che tiene in ostaggio il Libano - come un’organizzazione terroristica, D’Alema insorse subito eccependo con evidente sprezzo della realtà che si tratta invece di un movimento che il terrorismo lo combatte, sottintendendo così che gli attacchi a Israele non possono essere considerati atti terroristici. Non sorprende quindi che oggi l’unico ex premier comunista italiano si schieri dalla parte di Hamas, accusi la sinistra di aver abbandonato i palestinesi e attribuisca interamente a Israele la responsabilità dell’attuale escalation militare, con un artificioso e acrobatico rovesciamento della realtà. D’Alema si spinge ad affermare – in piena e non casuale assonanza con l’aspirante califfo ottomano Erdogan - che in Europa la destra antisemita si è convertita all’anti-islamismo, come se l’antisemitismo non fosse ancora una malapianta che abbarbicata in una certa destra ideologica, ma anche in settori non marginali della sinistra.

 

 

La stessa Comunità europea negli ultimi anni ha preso di mira senza sosta Israele, boicottando i prodotti dei territori occupati, condannando l’esercito di Tel Aviv per violazione dei diritti umani a Gaza e arrivando a riconoscere, sia pure “in linea di principio”, lo Stato palestinese, non importa se democratico o autoritario e violento. E qui sta il punto: non va mai dimenticato che Hamas è un’organizzazione terroristica che ha nel suo statuto fondativo la cancellazione dello Stato di Israele. Sono i leader di Hamas, dunque, gli unici responsabili della nuova tragedia in cui è precipitato il popolo palestinese, e Hamas non può essere la soluzione del problema, perché parte integrante di una guerra santa finanziata dall’Iran e condotta con ogni mezzo - incluso il farsi scudo della popolazione civile - nel quadro di un disegno molto più ampio che mira a imporre l’espansione globale dell’Islam fondamentalista.

 

 

Vogliamo riconoscere una volta per tutte che nessuno Stato sovrano potrebbe tollerare l'aggressione che Hamas sta portando al territorio di Israele? Siamo davanti a una guerra asimmetrica scatenata da un’organizzazione terroristica e supportata da Stati canaglia che questa volta mirano anche a mettere a repentaglio la coesistenza interna fra ebrei e arabi israeliani, come dimostrano purtroppo le sinagoghe incendiate e i ripetuti tentativi di pogrom. Gli appelli a una tregua che sembra imminente sono ovviamente condivisibili, ma nessuna tregua potrà mai tradursi in una pace duratura finché Gaza sarà in mano ad Hamas, e il tentativo di sradicarne una volta per tutte le basi non può essere considerato una violazione del diritto internazionale, né un eccesso di legittima difesa. Oggi più che mai Israele rappresenta il paradigma della civiltà occidentale, e la salvaguardia della nostra civiltà si traduce nella difesa del diritto di Israele all'esistenza: sono due facce della stessa medaglia che una parte dell’Occidente si ostina sciaguratamente a non comprendere, mentre in Europa il relativismo sta sempre più spalancando le porte all’islamizzazione. Va quindi accolto come uno spiraglio di luce l’appello di 76 intellettuali francesi che, rompendo il muro del conformismo culturale, hanno scritto che “Hamas non mira alla creazione di uno Stato palestinese, ma alla distruzione dello Stato ebraico”.

 

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