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Il M5s va all'assalto del vitalizio di Formigoni

Ronny Gasbarri
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Il giorno dopo la conferma di Palazzo Madama della sentenza che ha restituito il vitalizio a Roberto Formigoni, nonostante la condanna per corruzione, il Movimento 5 Stelle va all’attacco compatto. La decisione presa dal Consiglio di Garanzia del Senato presieduto da Luigi Vitali (FI) - e composto anche dai leghisti Pasquale Sepe e Ugo Grassi (ex M5S) oltre che da Alberto Balboni (FdI) e Valeria Valente (Pd) - finisce nel mirino dei grillini, che per il voto accusano apertamente Lega e FI.

 

 

 

Anche il Pd però prende posizione con la presidente dei senatori dem Simona Malpezzi: «Riteniamo che dopo la decisione del Consiglio di garanzia, che ha annullato una delibera del Senato, sia assolutamente necessario e urgente valutare le iniziative da prendere nel Consiglio di Presidenza che è l’organo deputato. Per questo, abbiamo chiesto alla Presidente Casellati di convocarlo immediatamente mettendo al centro la questione».

Per il M5S a scendere in campo, contestando l’esito del voto, è direttamente il leader in pectore, Giuseppe Conte, parlando di «decisione erronea, che trasmette un messaggio profondamente negativo per i cittadini». Questo perché, spiega l’ex premier, «mina il delicatissimo rapporto di fiducia con le istituzioni» tanto più in un momento in cui il Paese «sta faticosamente cercando di superare una drammatica pandemia, che ha fiaccato e messo in ginocchio moltissime attività economiche e creato difficoltà a tantissimi cittadini». Conte ricorda la delibera dell’ex presidente Grasso del 2015 che aveva stabilito lo stop ai vitalizi ai condannati in via definitiva per alcuni gravi reati, tra cui quelli di corruzione. Purtroppo, sottolinea l’avvocato pugliese, sia all’interno della Commissione Contenziosa (l’organo chiamato a decidere in primo grado sul tema) sia nel Consiglio di Garanzia, non c’è nessun esponente del Movimento, «la forza politica che da sempre si batte contro questo odioso ed anacronistico privilegio». Ecco perché, aggiunge, «ricorreremo a qualsiasi strumento possibile perché questa decisione sia riconsiderata».

 

 

 

Il dissenso grillino è manifestato anche dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che parla apertamente di scelta «riprovevole». «Se poi consideriamo le difficoltà attuali di famiglie, imprenditori, autonomi, lavoratori a causa degli effetti della pandemia - aggiunge il titolare della Farnesina - ciò è ancora più grave. Così la politica si dimostra davvero fuori dal mondo. Mi appello a tutte le forze politiche: non facciamo passare sotto silenzio quanto accaduto».

La richiesta però cade nel vuoto quando la questione arriva all’attenzione di Matteo Salvini. Il leader della Lega, infatti, invece di pronunciarsi replica secco: «Non commento le vicende giudiziarie dei 5S e mi auguro che il figlio di Grillo risulti innocente». Atteggiamento che innesca la replica del capogruppo M5S in Senato, Ettore Licheri: «La tecnica di scappare dalla domanda non funziona più da tempo. L’Italia le sta chiedendo una cosa molto chiara: perché la Lega, insieme a FI, ha restituito il vitalizio a Formigoni e ad altri ex senatori condannati per reati gravi? Darsela a gambe davanti a questa grave responsabilità non serve a nulla». Licheri, manifestando davanti al Senato assieme alla vicepresidente Paola Taverna, rincara la dose parlando di «sputo in faccia a tutte quelle persone cui chiediamo ogni giorno dei sacrifici». Insomma, il M5S è pronto a «dare battaglia in tutte le sedi», aprendo così un altro fronte interno alla maggioranza che sostiene il governo Draghi.

 

 

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