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Il nuovo Cts lavora nell'ombra. Nessun verbale online, alla faccia della trasparenza

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Comitato nuovo, abitudini vecchie. Come quella alla scarsa trasparenza. Già perché il Comitato tecnico-scientifico (Cts) che supporta il governo di Mario Draghi nella gestione dell'emergenza Covid fornendo le indicazioni scientifiche che, almeno in teoria, dovrebbero stare alla base delle misure contro la diffusione del Covid, è stato rinnovato il 16 marzo scorso con una nuova squadra guidata da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità del ministero della Salute, che ha preso il posto dell'ex coordinatore Agostino Miozzo. Ma la pubblicazione dei verbali delle riunioni in cui si discute del futuro degli italiani sul sito della Protezione civile è ferma al 12 marzo, ultimi lampi del primo Cts. 

 

Dopo le pressioni sulla divulgazione dei resoconti ci eravamo abituati a un ritardo di trenta-quaranta giorni tra lo svolgimento delle riunioni degli esperti e la pubblicazione dei resoconti. Ma qui si attende ancora il verbale della prima riunione e siamo ben oltre i tempi visti finora. Non è escluso che ci siano difficoltà tecniche e di "avvio" delle operazioni di segreteria, ma certo che la pubblicazione dei verbali ferma a marzo rappresenta un passo indietro notevole nella trasparenza dell'azione del Cts. 

 

Il nuovo Cts varato dopo la nascita del governo Draghi è formato da 12 componenti: il coordinatore è Locatelli, come portavoce è stato scelto invece Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di Sanità.

 

Partecipano al Cts, Sergio Fiorentino (segretario), Giuseppe Ippolito, Cinzia Caporale, Giorgio Palù, Giovanni Rezza, Fabio Ciciliano, Sergio Abrignani, Alessia Melegaro, Alberto Giovanni Gerli, Donato Greco. 

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