Scordatevi un'estate come l'anno scorso, non sarete liberi come allora. La fatwa dell'ex capo del Cts
Dal Cts “mi sono dimesso perché avevo avuto la percezione che il mio tempo fosse scaduto, ho sviluppato una certa percezione epidermica nel capire quando è il momento di andare via...”. A parlare, ospite di "Un Giorno da Pecora", è l'ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo.
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Lei ha gestito la pandemia nella sua parte più complessa, quando ancora non ci si rendeva conto di cosa sarebbe accaduto, gli chiedono. “Si, e i momenti difficili sono stati tanti, tra i più drammatici quelli in cui abbiamo dovuto dare indicazioni sui funerali, proprio all'inizio della pandemia. Sono stati giorni di confronto duro tra di noi – ha proseguito Miozzo a Rai Radio1 - si litigava tutti i giorni per cercare di raggiungere l'obiettivo, c'erano culture diverse, dall'epidemiologo duro e puro che voleva chiudere tutto per un anno al pediatra. Si discuteva per trovare, e lo abbiamo fatto, una posizione comune”.
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Cosa avete pensato quando si è dovuto istituire il primo lockdown? “Era una cosa completamente nuova. Quando abbiamo visto quello che avevano fatto in Cina ci siamo detti che da noi sarebbe stato impossibile..” E ora come vede i mesi che ci aspettano? “Sono ottimista, la curva va discretamente e con la disponibilità di vaccini arriveremo a luglio con una copertura che diminuirà drasticamente la mortalità. Insomma, non sarà un' estate da liberi tutti come l'anno scorso ma con un minimo di prudenza potremo recuperare turismo e viaggiare di più”.
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