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Bugie e vendette sul caso Durigon: accuse farlocche al sottosegretario della Lega

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Francesco Storace
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Basta poco per produrre panna montata sui social. Ora è il turno di Claudio Durigon, sottosegretario leghista all’Economia, contro il quale è partita una polemica fondata sul nulla. Anzi sui rancori di “accusatori” che un tempo erano nell’Ugl e ne sono stati allontanati. Si parla di nomine, omettendo che si tratta di incarichi interni al suo partito. E addirittura di un’inchiesta su via Bellerio da parte della Guardia di Finanza. Per chiudere una conversazione con un interlocutore molesto, Durigon dice “sì, li abbiamo nominati noi quelli che indagano”. Per levarselo di torno. E ci montano un caso…

 

 

Basta così poco per scatenare il solito vespaio di polemiche. Persino alla Camera. Di fronte a immagini che non valgono neppure un’indagine giudiziaria, ci sono esponenti cinque stelle che ululano alle dimissioni, beccandosi la replica del deputato di Salvini Edoardo Ziello. Ma nessuno degli “indignati” di giornata, ha il tempo di analizzare chi sono gli “accusatori”. Giancarlo Favoccia e la sua signora Rosaria Sellitti hanno avuto qualche difficoltà di relazione con l’Ugl. Profondi rancori di Favoccia – si dice in ambienti giudiziari – per ammanchi per centinaia di migliaia di euro alla guida dell’Ugl ambiente con conseguente indagine della Procura di Roma; e lei espulsa dal sindacato per gravissime insinuazioni persino nei confronti del collegio dei probiviri del sindacato, oltre che attacchi proprio a Durigon.

 

 

Difficile capire quale credibilità possano avere nei confronti del sottosegretario, che non a caso ha reso noto di star preparando querele a decine per una vicenda assolutamente inesistente. Chi pretende di menare il can per l’aja è il Movimento Cinque stelle, addirittura con l’ex ministro Danilo Toninelli, quello dei “non ricordo” di fronte al giudice di Catania che ha prosciolto Matteo Salvini per le accuse sull’immigrazione clandestina, e che ora torna a farsi sentire a suon di prediche senza che sia stato commesso uno straccio di reato. A questo è ancora ridotta una politica in cui basta un urlo sui social per demonizzare un uomo politico. Ma stavolta si sta davvero esagerando.

 

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