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Draghi fuorilegge scavalca il Parlamento, Donzelli spiana il premier sul Recovery

Giorgia Peretti
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Si discute sul recovery plan nella puntata di lunedì 26 aprile di Agorà. Il talk di approfondimento politico mattutino condotto da Luisella Costamagna su Rai 3, si concentra sulla protesta dell’opposizione sul progetto del testo che dovrebbe individuare i punti strategici per ripartenza del paese dopo la crisi della pandemia da Covid 19.

 

 

 

Parte la protesta dell’opposizione contro il governo di Mario Draghi che di fatto non starebbe rispettando le norme dell’approvazione del testo in Parlamento. Secondo Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia non vi è stato alcun coinvolgimento dell’opposizione alla scrittura del documento: “Quello che deve interessare gli Italiani è il rispetto della democrazia. Il piano che è stato discusso finora è quello di Conte perché il piano di Draghi non è stato fatto vedere a nessuno. Ieri sera è stato inviato alle Camere che oggi iniziano a discuterlo. Il Parlamento non l’ha proprio visto non sa nemmeno di cosa si parla. Draghi quando ha incontrato i leader di partito nei giorni scorsi, ha ascoltato, Giorgia Meloni quando ha chiesto cosa ci fosse nel Recovery Plan, la sua risposta è stata: lo vedrete per ora sto ascoltando".

Il discorso di Donzelli continua con una provocazione: “Il piano di Draghi non è il piano di Conte, altrimenti non si capisce perché abbiamo cambiato governo". Il nuovo governo porta con sé un nuovo Recovery Plan, sottolinea il deputato di Fratelli d’Italia, il quale fa notare l’assurdità della votazione di un testo inviato poche ore prima della presentazione al Parlamento e dunque senza consultazione. “È assurdo che arrivi la sera tardi e il giorno dopo si voti in Parlamento senza che questo passi per le commissioni, da un dibattito parlamentare".

 

 

 

Poi incalza la polemica contro Draghi: “E' contro la legge e contro la democrazia che il premier abbia trattato con l’Europa il piano, senza essere passato prima dalle Camere. Qualsiasi ministro, compreso l’autorevolissimo premier Draghi prima di aprire una trattativa in Europa deve avere il mandato dalle Camere. Questo prevede la democrazia". Quindi non doveva chiamare affatto Ursula von der Leyen?, chiede la conduttrice. “Certo doveva telefonare ma avrebbe dovuto farlo un minuto dopo avere avuto il mandato dal Parlamento. Doveva convocare tutto il Parlamento, spiegare il suo piano farsi dare indicazioni dal Parlamento stesso. Poi dopo apriva la trattativa con l’Europa, non lo dico io lo dice la democrazia”, conclude Donzelli.

 

 

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