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Basta slogan pure al governo. Politici incapaci di offrire soluzioni

Paolo Cirino Pomicino
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Accanto alla tragedia di oltre centomila morti, di grandi sofferenze diffuse e di crollo della economia, la pandemia del Covid-19 ha dato la stura alla fiera delle ovvietà e delle banalità. Ultima in ordine di tempo un grande titolo su di un giornale autorevole, «Letta e Salvini in sintonia sul sostegno alle imprese».

 

Ma in Italia c'è qualcuno contrario al sostegno economico alle nostre imprese in parte chiuse ed in larga parte in crisi per la caduta dei consumi e per il crollo del prodotto interno lordo? Di questo hanno davvero discusso i due leader dei due maggiori partiti del Paese? 0 hanno discusso della scadenza del febbraio 2022 con la elezione del nuovo presidente della repubblica? Noi speriamo che abbiano ragionato sul prossimo inquilino del Colle o sulla legge elettorale o su cosa altro suggerire al governo per accelerare il piano vaccinale, ma gli indizi sono disperanti. Forse hanno davvero discusso di ciò che dicono i giornali. Questa peraltro non è l'unica ovvietà che sentiamo da tempo.

 

Cosa mai è la polemica sulle possibili aperture dopo il lockdown? Salvini (il più mobile dei nostri politici) un giorno si e l'altro pure dice che bisogna aprire tutto dopo il 15 aprile ed aggiunge se i dati lo consentono. Risponde sempre Letta che lo aggredisce dicendo che fin quando i contagi non si ridurranno nessuna apertura sarà possibile. E a questo scontro titanico di idee dà forza il ministro del turismo Garavaglia che evoca la esigenza di poter pre notare in tempo le vacanze. Il bollo definitivo su questa alta politica lo mette infine Mario Draghi che nella sua ultima conferenza stampa dice giustamente: «Anche io vorrei andare in vacanza ma dobbiamo completare il piano vaccinale e vedere il crollo dei contagi».

 

E cosa mai dire del quotidiano invito di qualche parlamentare dei 5 Stelle a sostenere lo sforzo delle famiglie ed a ristorare le imprese chiuse del governo. C'è qualcuno nel Paese che ritiene sbagliato ristorare le famiglie in difficoltà o quelle imprese costrette a chiudere per un giusto ordine del governo? Discutere di quanto dovrebbero essere ristorate famiglie ed imprese e da dove dovrebbero essere prese le risorse necessarie dovrebbe essere il compito dei dichiaratori politici! Ai cinque stelle fa eco il Partito democratico dichiarando per bocca di un suo autorevole parlamentare che bisogna fare un altro decreto di sostegno per ristorare chi non è stato ancora ristorato. Ma chi doveva pensare a ristorare tutti se non il suo partito che da quasi dieci anni sta ininterrottamente al governo? Naturalmente questa fiera delle banalità e delle ovvietà va puntualmente in onda ad ogni telegiornale di mamma Rai che si compiace di comminarci tutte le sere alcuni minuti di dichiarazioni di questo genere fatte da tutti i partiti senza mai avere pietà dei poveri telespettatori. Alcune dichiarazioni sembrano addirittura delle piccole poesiole che forse dovrebbero chiudersi con un leggero inchino da educato aristocratico.

 

Noi non siamo tra quelli che da 25 anni dileggiano la politica o, come si usa dire, la Casta. Anzi, abbiamo sempre difeso il primato della politica e del parlamento senza il quale un paese va alla deriva lasciando che venga governato da poteri impropri, dalla grande finanza e le sue consorterie a quel gruppo di impunibili di una parte di pubblici ministeri. Ma chi dileggia la politica più di ogni altro è proprio questa fiera delle ovvietà e delle finti liti. Mai come in questo momento tragico per il paese la politica dovrebbe trasformare eventuali critiche in suggerimenti correggendo eventuali distorsioni governative o chiedendo provvedimenti diversi. Niente di tutto questo accade mentre da alcune grandi istituzioni provengono dichiarazioni di principi violati come il «terribile condono» delle cartelle esattoriali vecchie di 10-15 anni e dal valore di 5 mila euro. In guerra le buone pratiche sono solo quelle che fanno vincere la guerra e non certo le dichiarazioni di quei predicatori di principi che molto spesso hanno favorito la guerra. Il grande numero di morti, l'immenso debito che stiamo accumulando ogni mese, la crescita che manca da oltre 25 anni, le immense sofferenze dei malati e dei poveri dovrebbero essere al centro della attenzione della politica con partiti che facessero a gara per suggerire questo o quel provvedimento capace d farci uscire dal tunnel del dolore e della morte. La nostra speranza resta proprio questa, che la politica tutta ritrovi quell'autorevolezza smarrita tirando su dal ciglio di un burrone un paese alla deriva.

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