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Sardone-Zan scontro totale in tv. Sull'omofobia volano stracci

Giorgia Peretti
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Scoppia la rissa negli studi di Coffee Break nella puntata di sabato 10 aprile, il tema in discussione su tavolo di Andrea Pacani è la legge Zan. Ospiti in collegamento europarlamentare della Lega, Silvia Sardone e Alessandro Zan l’autore della legge contro l’omotransfobia. Una legge che sta spaccando in due sia l’opinione pubblica che le forze politiche al governo. Dopo l’approvazione alla Camera avvenuta nel novembre 2020 il ddl Zan è tornato al centro del dibattito politico. Il disegno di legge si è bloccato al Senato dopo che le forze politiche di centrodestra hanno definito il provvedimento non prioritario visto la condizione in cui si ritrova il paese.

 

 

 

“Questa è una legge contro i crimini di istigazione d’odio” interviene Zan che continua ribadendo l’importanza del provvedimento per un paese civile “questa è un legge che esiste in ogni paese civile dell’Europa, esiste anche in paesi come Cipro, la Bulgaria e Montenegro ma non esiste in Italia e in Ungheria e Polonia dove stanno smantellando i diritti umani, delle donne e della comunità Lgbtq+” Poi attacca la destra: “Questo è il solito benaltrismo della destra che quando si discutono provvedimenti sui diritti civili cominciano a dire che ci sono altre priorità”.

 

 

 

La Sardone, infatti non ci gira intorno e con parole chiare afferma: “Io avevo capito che questo governo era nato per altre ragioni - premette - io avevo inteso che le priorità della discussione politica dovessero essere le riaperture, i vaccini adesso speriamo tutti che si riparli di turismo non del "ddl Zan" e della liberalizzazione delle droghe leggere”. Sottolineando la natura del governo Draghi, nato per salvare il paese dalla crisi della pandemia e non per approvare leggi che non rappresentano una priorità in questo momento come quelle sopracitate “per quelle robe lì - dice la Sardone - ci vuole un governo a maggioranza politica, questo è un governo nato per salvare l’economia del paese dopo le conseguenze della pandemia, questa è una cosa importante che va ricordata, perché altrimenti vale tutto, e noi non abbiamo appoggiato il governo per questo.” Poi continua: “Io sono una mamma del 2021 e ognuno può fare ciò che vuole, può amare chi meglio crede ma non continuiamo a raccontare boiate sul ddl Zan". La Sardone ricorda ad Alessandro Zan che già nel 2009 ci fu un episodio in Campania in cui una coppia gay fu malmenata e i colpevoli furono giustamente condannati, tutto ciò prima della discussione della legge promossa dal parlamentare dem: “Erano tutti soddisfatti della condanna, anche le associazioni dei gay e degli arcigay, ancora prima del disegno di legge Zan.” Per questo motivo, ci tiene a precisare la Sardone, sarebbe fuori contesto in questo momento delicato come l’emergenza sanitaria che deve affrontare il paese perché già esiste un provvedimento che garantisce la condanna per aggressioni. “Ciò che temo del ddl Zan è che si trasformi in una legge bavaglio come succede negli altri paesi in cui si sono verificati atti di intolleranza nei confronti di chi non sposa il sistema dei valori arcobaleno” chiosa la Sardone. 

 

 

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