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Reddito di cittadinanza agli immigrati, "il presidente Inps Tridico e Letta due marziani". La proposta choc

Mentre gli italiani aspettano ancora i ristori loro si preoccupano degli stranieri

Andrea Amata
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Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, in un'intervista a La Stampa si è abbandonato a dichiarazioni deliranti come se vivesse in una galassia siderale distante anni luce dalle problematiche che attanagliano gli italiani sottoposti da oltre un anno alle scudisciate furenti dell'emergenza pandemica. L'alieno Tridico reclama risorse aggiuntive per il reddito di cittadinanza da destinare agli immigrati. Mentre gli italiani aspettano i risarcimenti per le perdite economiche connesse alle loro attività, Tridico invoca di incrementare la dotazione finanziaria del reddito di cittadinanza, nonostante stia dimostrando limiti applicativi e il totale fallimento della sua ratio relativa all'agevolazione di un percorso di ingresso nel mercato del lavoro, per includere nella misura sussidiaria gli immigrati.

Per raggiungere l'obiettivo Tridico suggerisce di eliminare il vincolo del requisito di residenza in Italia di dieci anni per accedere alla sovvenzione reddituale, ma l'effetto immediato che si determinerebbe, qualora venisse recepita la proposta balzana, sarebbe di catalizzare la pressione sui confini nazionali da parte dei clandestini incoraggiati dalle parole del presidente dell'Istituto di previdenza a raggiungere la presunta bambagia italica. Sia il neo segretario del Partito democratico Enrico Letta, con l'ossessione dello ius soli, che Tridico, con l'idea di estendere il sussidio agli immigrati, dimostrano un sadico gusto per le provocazioni che nei tempi correnti rischiano di causare bruciore sulle già affliggenti ferite economico-sociali apertesi sul corpo degli italiani. L'economista a capo dell'Inps è recidivo nel provocare dissensi come quelli esplosi in seguito alle negligenze imputabili alla sua gestione, finendo sotto accusa per il blackout del sito Inps, che paralizzò le domande per il bonus di 600 euro, per le inadempienze nell'erogazione della cassa integrazione per Covid e per il caso dei rimborsi per le partite Iva chiesti da 5 deputati.

Sull'ineffabile Tridico, inoltre, divampò una forte polemica per essersi aumentato lo stipendio da 60 a 150mila euro, cosicché, essendo un tecnico orbitante nell'area 5 Stelle, l'abnorme premialità retributiva concorse ad illustrare la metamorfosi dei grillini passati dalla deplorazione anticasta ad essere propiziatori di prerogative da ceto aristocratico. Alla proposta del numero 1 dell'Inps ha replicato il senatore Maurizio Gasparri, membro del comitato di presidenza di Forza Italia, con una nota al fulmicotone: «Dopo le fesserie di Letta sullo ius soli, che non passerà mai, il delirio di Tridico per dare il reddito di cittadinanza agli immigrati. Alla faccia di tutti gli italiani che aspettano ancora i risarcimenti». «Tridico va cacciato. La sua presenza all'Inps ha prodotto gravissimi danni» - ha tuonato Gasparri. Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ha liquidato la proposta affidandosi ad un tweet categorico:«Il presidente dell'Inps vuole cancellare il requisito di residenza da 10 anni? Prima bisogna aiutare i (tanti) italiani in difficoltà, poi (se avanza) si penserà ad altri. Punto.».

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