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Morti, nuovo coprifuoco e lockdown: così l'Italia torna a un anno fa

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«Salvaguardare con ogni mezzo la vita degli italiani, permettere al più presto un ritorno alla normalità». Nel giorno in cui l’Italia supera la soglia dei 100mila morti per Covid, Mario Draghi indica il «compito» da assolvere. «Ogni vita conta» sottolinea il premier, e quindi non bisogna «perdere un attimo» né «lasciare nulla di intentato». È necessario «compiere scelte meditate, ma rapide» perché a poco più di un anno dalla morte di Antonio Trevisan, il 78enne di Vo' Euganeo prima vittima del virus nel nostro paese, la situazione resta critica. Il tasso di positività è stabile al 7,5%, ma secondo i dati del ministero della Salute il numero di pazienti in terapia intensiva continua a salire così come gli ingressi giornalieri in rianimazione.

 

Insomma, come evidenzia il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, «ormai la terza ondata è partita» e la politica deve fare i conti col fatto che «noi oggi vediamo i contagi di circa 2-3 settimane fa, per questo le decisioni vanno prese in modo tempestivo». Ecco quindi che l’esecutivo, alle prese con la diffusione delle varianti, sta valutando un’ulteriore stretta.

 

 

Per domattina è stata fissata una nuova riunione del Comitato tecnico scientifico per fare il punto della situazione e valutare eventuali nuove misure. Al vaglio di governo ed esperti c’è la possibilità di anticipare il coprifuoco e di estendere il parametro già applicato per la chiusura delle scuole dei 250 casi positivi su 100mila abitanti per far scattare in automatico la zona rossa.

 

Si valuterà anche l’istituzione di lockdown nei fine settimana per provare a ’raffreddare' la curva dei contagi. Il «nuovo peggioramento dell’emergenza sanitaria» di cui parla Draghi nel videomessaggio inviato alla Conferenza ’Verso una Strategia Nazionale sulla parità di genere' sembra imporre a stretto giro un aggiornamento del Dpcm entrato in vigore da appena un paio di giorni. «Il governo deve fare la sua parte, anzi deve cercare ogni giorno di fare di più» dichiara l’ex presidente della Bce indicando nell’accelerazione del piano vaccini una via d’uscita non così lontana. Certo, il premier ricorda anche che un anno fa l’Italia si chiudeva diventando per la prima volta una grande zona rossa. Un remake non è però sul tavolo al momento, e anche il governatore Giovanni Toti lo esclude. «Serve un modello come la Liguria, con misure mirate - spiega -, coerenti con quello che ci dice la curva pandemica».

 

«Si torna in trincea - ammette anche il presidente del Veneto, Luca Zaia - ora cercheremo di capire se serviranno lockdown del fine settimana o micro zone rosse, come auspica qualcuno». A dettare la linea, i colori delle Regioni, chiusure e aperture, sarà quindi come sempre il virus e la sua diffusione. «La stagione dei sacrifici non è finita» annuncia comunque il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, facendo riferimento alla terza ondata dei contagi che «minaccia di dilagare». «Non possiamo alimentare illusioni» è il messaggio del Cav davanti a dati «allarmanti» che non consentono di abbassare la guardia. «La riapertura del Paese - aggiunge - è ancora lontana e sarà possibile solo quando la campagna vaccinale sarà sufficientemente avanzata. Ogni minore difesa di oggi la pagheremmo a prezzo più caro domani. Non possiamo permetterci di deludere gli italiani». Che attendono di sapere come l’esecutivo deciderà di muoversi. 

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