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Cattivi maestri all'università di Siena contro Giorgia Meloni

Francesco Storace
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Insegnano ai nostri figli. No, per carità, state fermi, ai ragazzi ci pensiamo noi se i “professori” sono come quello di Siena. Che diritto ha il professore Giovanni Gozzini di salire sulla cattedra radiofonica per insultare Giorgia Meloni? Sì, succede anche questo, e poco cambia se ad aprire bocca in maniera volgare il prof lo fa non all’università ma su una emittente chiamata Controradio. Perché c’è una reputazione che viene minata, si diventa indegni di insegnare qualunque cosa ai propri studenti. La formazione all’odio e al disprezzo non è ancora una materia disciplinata nelle università.
Ha tutto il diritto di protestare la presidente di Fratelli d’Italia, nell’apprendere le parole usate contro di lei da un docente e non da ultrà delle curve o da un frequentatore di osterie: “Ieri sera m’è preso il mal di miserere quando ho sentito quell’ortolana della Meloni (...) Datemi dei termini: una rana dalla bocca larga? Una vacca? Una scrofa? Cosa devo dire?”. 

 

 

 

Non che la Meloni si spaventi per un linguaggio da teppista, ma certo non può essere considerato normale l’uso di un frasario simile da parte di un insegnante. Attacchi diffamanti e osceni che non trovano parole di solidarietà ad una donna di destra, se non da parte del ministro Maria Stella Gelmini. A sinistra tacciono vergognosamente, a partire da un altro ministro, Paolo Bianchi, che magari professori del genere avrà incontrato anche da assessore delle giunte rosse dell’Emilia Romagna.

 

 

Magari sarebbe utile una sollecita sospensione di un docente del genere dalle sue attività all’università di Siena. Perché diventa difficilmente compatibile avere un ruolo da insultatore in una radio e da professore in ateneo. Giovanni Gozzini non si è ancora scusato con la Meloni. E anche questo è un aspetto davvero grave dell’intera vicenda. I cattivi maestri vanno puniti.

 

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