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Con Mario Draghi tornano i tecnici. Da Panetta a Ilaria Capua, ecco la lista dei papabili di SuperMario

Dario Borriello
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È Mario Draghi l’uomo che il presidente della Repubblica ha scelto per guidare l’Italia nella fase più difficile della sua storia, dal Dopoguerra ad oggi. L’ex presidente della Banca centrale europea è di sicuro tra le personalità italiane più apprezzate a livello nazionale e internazionale. In questi anni ha ricevuto il pieno apprezzamento di quasi tutte le cancellerie continentali, pur non facendo mancare momenti di contrapposizione forte con leader di Paesi protagonisti in Ue.

 

Come la Germania, che ha provato a stoppare l’intuizione del quantitative easing, ma senza successo. Con Draghi a Palazzo Chigi è ipotizzabile che ci sarà una squadra di tecnici dalla comprovata esperienza. In cui potrebbe trovare posto anche Marta Cartabia, figura molto apprezzata dal Quirinale, che ha concluso da poco il suo incarico come presidente della Corte costituzionale. Per lei potrebbero aprirsi le porte del ministero della Giustizia, in questi anni al centro di un acceso dibattito politico, sia dalle forze di centrodestra sia da quelle di centrosinistra. In particolare sulla riforma della prescrizione, che l’ex ministro, Alfonso Bonafede, ha difeso con le unghie assieme al Movimento 5 Stelle. Ma non è escluso che a Largo Arenula possa arrivare Raffaele Cantone, ex presidente dell’Anac, anche se il borsino non sembra dare sufficienti chance al magistrato ora in servizio a Perugia.

 

Tra i punti cruciali indicati da Sergio Mattarella c’è la crisi economica, oltre a quella sanitaria. Per il Mef il nome che circola più spesso è quello di Fabio Panetta, membro italiano dell’esecutivo Bce, che potrebbe raccogliere l’eredità di Roberto Gualtieri sul dossier Recovery plan: una partita da 209 miliardi di fondi europei fondamentale per l’Italia. Il compito sarà di quelli da far tremare i polsi, ma l’esperienza di Panetta è - sulla carta - una garanzia di profonda professionalità e competenza. Ma l’operazione Next Generation Eu, per funzionare, ha bisogno di un valido ufficiale di collegamento con l’Europa.

 

In questo caso, per la figura di ministro dei rapporti con l’Ue si fa il nome di Carlo Cottarelli, grande conoscitore dell’economia ma con buoni rapporti con le istituzioni Ue. Per il Viminale ci potrebbe anche essere la conferma di Luciana Lamorgese, che non ha un pedigree politico ma viene dal mondo dei cosiddetti ’tecnici'. Conosce perfettamente la macchina del ministero dell’Interno e ha in mano i dossier più importanti da un anno e mezzo a questa parte. Inoltre, gode della fiducia e dell’apprezzamento del Colle, che non è poco.

Un’altra casella in cui Draghi dovrà trovare una personalità di valore assoluto è quello della sanità. I rumors delle primissime ore suggeriscono di guardare alle eccellenze italiane fuori dai confini del Paese. In particolare ad Ilaria Capua, che ha già avuto un’esperienza parlamentare nella scorsa legislatura, dunque conosce certe dinamiche, e oltretutto gode di una stima internazionale. Per lo Sviluppo economico, infine, la candidatura che filtra in queste ore è quella di Enrico Giovannini, economista ed ex ministro del Lavoro nel governo di Enrico Letta. Ordinario di statistica economica presso l’Università di Roma Tor Vergata, a Giovannini toccherebbe seguire e aiutare le imprese in questa difficilissima fase economica messa in crisi dal Covid. Non è escluso che il dicastero possa essere accorpato nuovamente a quello delle Politiche sociali, ma questo è un tema di cui discuterà il nuovo presidente del Consiglio, Mario Draghi

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