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Concita De Gregorio azzera Zingaretti: un ologramma al Quirinale. E lui si infuria, psicodramma Pd

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Nervi tesi nel centrosinistra. Mentre Roberto Fico sta per iniziare le consultazioni del mandato esplorativo affidatogli dal capo dello Stato Sergio Mattarella in casa Pd c'è insofferenza per il "fuoco amico" delle penne di sinistra. A far infuriare il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, è un lungo articolo di Concita De Gregorio che su Repubblica annichilisce la "sinistra timida nel Pd pilotato dagli eredi della Dc".  

 

Neanche a dirlo il punto di partenza del lungo j'accuse è la performance del segretario al Quirinale, dopo il colloquio con il capo dello Stato. "È gentilissimo, va detto. Leale, tanto una brava persona. E però ogni volta che inciampa esita traccheggia, tira fuori dalla tasca un foglietto da leggere, non trova l'uscita e qualcuno deve prenderlo per il gomito - per di qui, segretario - Nicola Zingaretti lascia dietro di sé l'eco malinconica di un vuoto. Come un ologramma, sorride e svanisce. Una vita da mediano, a recuperar palloni, il segretario del Pd è quanto di meglio la tradizione comunista abbia oggi da offrire", scrive impietosa la giornalista, ex direttrice de L'Unità.

 

Ho letto su Repubblica una pagina di Concita De Gregorio, purtroppo ho visto solo l’eterno ritorno di una sinistra...

Pubblicato da Nicola Zingaretti su Sabato 30 gennaio 2021

"La sinistra, diciamo: quel che resta del Pci. L'Italia ebbe Berlinguer, oggi ha Zingaretti. Sono i tempi che fanno i leader", spara la De Gregorio. A sinistra sono rimasti solo democristiani e le piccole grandi manovre all'ombra dei palazzi del potere viste in queste settimane di crisi di governo lo hanno dimostrato. "L'ala democristiana, invece, porta la partita. La vecchia banda Dc - il ceppo moderato, popolare - governa. Renzi ha i gruppi parlamentari, Franceschini ha la sua agenda personale, i suoi piazzati dappertutto, e sogna il Colle. Gentiloni è un momento preso in Europa ma presente, se serve. Torna subito. Enrico Letta dal bell'esilio francese chiosa, attende rivincita e cresce i ragazzi nelle scuole di alta politica. Tabacci solerte costruisce gruppi, Mastella si pavoneggia strategico al centro, Prodi osserva e consiglia. Mattarella al Quirinale, insieme ai suoi consiglieri arrivati dalla Dc degli anni Ottanta, ha in mano le sorti del Paese. Tutti democristiani. Per risalire all'ultimo governo guidato da un ex comunista bisogna tornare a D'Alema: era il 1998, ventitre anni fa. Ventitre: il ministro degli Esteri Di Maio aveva 12 anni", è la disamina che azzera gli ultimi decenni della sinistra in uno psicodramma post-comunista. 

 

E Zingaretti? Il segretario del Pd e presidente della Regione Lazio incassa il colpo e replica con un post su Facebook, una manciata di parole per difendersi da un processo che è un processo al centrosinistra. "Ho letto su Repubblica una pagina di Concita De Gregorio, purtroppo ho visto solo l’eterno ritorno di una sinistra elitaria e radical chic, che vuole sempre dare lezioni a tutti, ma a noi ha lasciato macerie sulle quali stiamo ricostruendo. Chi fa un comizio in diretta dopo le consultazione al Quirinale è un esempio, chi rispetta quel luogo una nullità. La prossima volta mi porto una chitarra. Che degrado. Ma ce la faremo anche questa volta", scrive Zingaretti. Il fuoco amico ormai è una prassi, nel centrosinistra. 

 

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