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Crisi di Governo, votazione chiusa sulla fiducia. Esplode il caos su Lello Ciampolillo

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del Senato alla fiducia con 156 voti, 140 no e 16 astenuti ma scoppia il caso Lello Ciampolillo e si blocca tutto. Il governo di Giuseppe Conte, alla prova del Senato, incassa la fiducia eppure i numeri non vengono ufficializzati subito per il caos esploso dopo il voto del senatore ex M5S arrivato in ritardo sulla seconda chiama. In realtà, dopo l'esame dei video delle telecamere dell'Aula di Palazzo Madama è stato verificato che Ciampolillo e il senatore del Psi Nencini avevano annunciato il loro voto prima che la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, chiudesse la votazione. Dopo le vibranti proteste della maggioranza per permettergli di votare sulla fiducia al governo, la presidente Casellati, ha chiesto appunto di rivedere il video per stabilire se la richiesta sia arrivata prima o dopo il suo pronunciamento sulla chiusura del voto. Una sorta di "Var" politica.

Dunque la scossa c'è, ma la casa non crolla. Giuseppe Conte supera lo scoglio più insidioso, quello del Senato, dove consuma il "duello" di parole con Matteo Renzi, e porta a casa una maggioranza risicatissima (anche grazie al voto di tre senatori a vita, come Liliana Segre, Mario Monti ed Elena Cattaneo). L'astensione dei 16 renziani, infatti, risulta, decisiva. Il risultato finale è 156 voti favorevoli, 140 contrari e 16 astenuti. Una maggioranza tanto risicata che il centrodestra, Giorgia Meloni e Matteo Salvini in particolare, chiede subito un incontro al Colle. In ogni i sì sotto  i 161 voti necessari per la maggioranza assoluta, ma comunque sufficienti per tenere in piedi il governo rossogiallo.

Anche il voto dell'ex fedelissima di Silvio Berlusconi, Mariarosaria Rossi diventa un caso nel centrodestra che perde pezzi anche al Senato. Il campanello d'allarme dei transfughi è suonato ieri con il voto favorevole al governo Conte di Renata Polverini alla Camera. E in Senato arrivano anche due voti favorevoli al governo, quello di Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin. Quello della Rossi è uno strappo pesante, essendo stata la senatrice azzurra tra le fedelissime di Silvio Berlusconi. Durissimo Antonio Tajani che a caldo non ha dubbi: "Sono fuori dal partito".

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