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Grassi: "Conte tentò di comprarmi con un incarico". Casalino: falsa ogni parola: Lui conferma tutto

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Un incontro col premier Giuseppe Conte che gli offre un incarico. Lo racconta Ugo Grassi in un'intervista su Repubblica firmata da Carmelo Lopapa. Grassi, senatore leghista ex Cinque stelle, racconta che ha subito declinato l'offerta ma che a Palazzo Chigi ci fu un po' di gelo. "Mi ha guardato in faccia e mi ha detto: Ugo, voglio entrare subito nel cuore del nostro incontro - racconta Grassi a Lopapa - E ti voglio chiedere: vuoi qualche incarico?".

Il senatore leghista ha risposto di non cercare incarichi: "Ho immediatamente replicato: Giuseppe ti ringrazio - prosegue nell'intervista di Repubblica - ma io non voglio alcun incarico, non ne sto cercando. Voglio un progetto politico, non poltrone, sto lavorando a quello". Poi il gelo spezzato solo da qualche battuta sulla comune esperienza nel mondo universitario.  Da Palazzo Chigi non hanno smentito, difendendosi solo sulla tempistica: "quell'incontro non è recente". Poco, anzi nulla cambierebbe in realtà.

Nella tarda mattinata di sabato 9 gennaio, molte ore dopo la pubblicazione dell'intervista, da Rocco Casalino è uscita una replica indignata all'intervista. Confermando l'incontro, ma datandolo 31 ottobre 2019 (così sarebbe indicato nel registro delle presenze della presidenza del Consiglio). Secondo l'ufficio stampa di Conte Grassi allora era ancora iscritto al M5s (sarebbe uscito l'11 dicembre) e l'incontro era di "mera cortesia". Casalino sostiene che sono false tutte le affermazioni di Grassi su offerte e consigli ricevuti, e dice di avere smentito a Repubblica già ieri  "questa ricostruzione che infanga il nome e l'onorabilità del Presidente Conte".

Ma a sorpresa il senatore Grassi non si fa intimorire dalla replica e conferma tutto quello che ha detto nell'intervista a Repubblica: "Il senatore Ugo Grassi", riporta un comunicato stampa della Lega, "conferma il contenuto dell'intervista pubblicata dal quotidiano La Repubblica. È stupito dalla reazione di Palazzo Chigi ed è pronto a sostenere la veridicità di quanto dichiarato in ogni sede"

Non è la prima volta nella storia repubblicana che i leader di una maggioranza e addirittura il premier aprano la caccia ai "responsabili", offrendo a loro incarichi. Quando lo fece però Silvio Berlusconi nel 2006, si scatenarono contro le procure della Repubblica accusandolo di corruzione impropria, reato per cui fu condannato a tre anni anche se poi prescritto. Allora fece una campagna vibrante contro questo mercimonio Il Fatto quotidiano.   Non tira aria di bis oggi, visto che l'obiettivo dovrebbe essere l'amato Conte          

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