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La Casellati difende la democrazia e frena Conte. Niente sconti al governo

Francesco Storace
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Guai a sottovalutare Elisabetta Casellati. L’osservatore di cose politiche abbia buona memoria di una presidente del Senato che ogni giorno che passa aumenta di autorevolezza non solo per il ruolo che ricopre ma per come ne interpreta la funzione.

Ieri è stata da apoteosi. Palazzo Madama sembra una bomboniera, ma in realtà è teatro di scontri durissimi per via di numeretti – i seggi di qua e i seggi di là – che da svariati anni tormentano i governi.

E la discussione – tardiva - della manovra di bilancio di quest’anno non è stata da meno. Urla, qualche fischio agli interventi più contestati e poi lei, con il tono fermo che tutti le riconoscono, ha avuto buon gioco nel dire che “qualche protesta perché quest’Aula in un giorno, dico uno, ha esaminato il provvedimento più importante, si può anche accettare”. Da applausi alla saggezza. Anche perché due anni fa contro i tempi stretti della discussione sulla manovra protestò alla Consulta il Pd. Lo scorso anno lo fece il centrodestra con la Gelmini. Ma Conte va avanti a prescindere dalle regole e dai moniti della Consulta. Ovvio che chi ha messo la Costituzione davanti a sé non possa (e non debba) sottostare alla prepotenza di governo.

Interpreta la parte dell’anti-Conte? Forse Elisabetta Casellati potrebbe anche diventarlo, ma questo dipenderà dalle volontà delle parti in causa, da chi saprà utilizzarne al meglio le capacità politiche unite all’equilibrio istituzionale.

Forse, solo Andrea Marcucci, capogruppo del Pd, non riesce ad apprezzare. Ma del resto, da uno che sta con Zingaretti e Renzi nello stesso momento non si può pretendere molto.

Probabilmente, basterebbe ammettere che la presidente del Senato vuol far bene il suo mestiere. E la difesa delle prerogative dell’assemblea di Palazzo Madama è il mandato numero uno.

E’ vero che la Casellati ha rivolto critiche serrate ad una modalità di governo esasperata, quale quella rappresentata dall’adozione di Dpcm a raffica che hanno annullato il ruolo del Parlamento, tanto più in un’assemblea presieduta da un’esponente scelta dal centrodestra, dall’opposizione.

Ma se fosse stata faziosa, proprio sulla legge di bilancio avrebbe avuto l’occasione di sgambettare il governo Conte. Il buco rappresentato dalla norma sul cuneo fiscale che ha costretto l’esecutivo a ricorrere ad un decreto legge, lo ha scoperto lei. E per sensibilità istituzionale ha invitato il governo a correggere lo svarione. Salvando così l’Italia dall’esercizio provvisorio. Per quanto ci si sforzi, è difficile immaginare il suo predecessore Pietro Grasso o l’ex presidente della Camera Laura Boldrini impegnarsi a evitare danni al Paese. La democrazia si difende sempre.

Chi la conosce sa che Elisabetta Casellati è donna concreta, tutt’altro che quella figura aristocratica e fredda con cui ormai la dipinge solo il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio. È la profonda cultura giuridica che la accompagna a farla immergere con zelo e attenzione nelle carte delle istituzioni. Perché lo studio di ogni norma serve a far crescere l’Italia.

Nessuno sa come finirà la telenovela tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi, ma certo è che alla seconda carica dello Stato è stata posizionata e ben figura chi, di qui a qualche tempo, potrà essere utile come riserva della Repubblica.

Figlia con i suoi fratelli di un funzionario di polizia, la presidente attuale del Senato si è fatta da sola, si è affermata con le sue qualità. E, dettaglio non secondario, registra crescente apprezzamento tra i cittadini.

Ultimo dettaglio, che pochissimi conoscono. Nel suo staff, la Casellati può vantare persone di assoluto livello che lavorano per il Senato gratuitamente. Per stima e considerazione nei suoi confronti. Il contrario dell’antipolitica.

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