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Governo nel caos, i sindaci non si fidano di Conte e scrivono alla Commissione Ue per i fondi

Alberto Di Majo
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Il Pd non si fida più del premier Conte. Dopo la richiesta dei governatori Bonaccini e Zingaretti di poter gestire direttamente una parte del Recovery Fund, si fanno sentire i sindaci, che hanno scritto una lettera alla Commissione europea. Non vogliono lasciare il tesoretto per la ricostruzione post Covid nelle mani del governo (e dei suoi consulenti). I primi cittadini di Firenze, Dario Nardella, e Milano, Giuseppe Sala, hanno annunciato ieri di aver chiesto all’Ue di essere coinvolti nei progetti per il futuro del Paese e di poter gestire direttamente il 10 per cento dei fondi (in tutto sono 209 miliardi).

Dunque mentre il premier Conte ridisegna la governance che dovrà gestire il piano di ricostruzione dell’Italia, anche alla luce della clamorosa bocciatura e delle minacce di crisi venute da Italia Viva, dovrà fronteggiare anche un altro fronte, quello dei primi cittadini.

«Abbiamo chiesto all’Europa che il 10% dei fondi del Recovery Fund vadano direttamente sulle città metropolitane. Spesso i nostri Paesi non hanno strutture e abitudini per sapere gestire fondi così importanti - ha detto, senza usare mezzi termini, Giuseppe Sala - Il nostro Paese investe 20-30 miliardi all’anno e pensate alle difficoltà di progettare gare e di gestirle per spendere quei soldi. È naturale quindi dare un po’ di deleghe alle città».

In un dibattito che si è svolto ieri sul sito del «Corriere della Sera» sul futuro delle città dopo il Covid, Sala ha aggiunto: «Noi sindaci siamo sul territorio e conosciamo i bisogni della gente. I nostri cittadini ci spingono a fare in fretta. I soldi dati a noi credo che siano messi in sicurezza ed è il motivo per cui le città insieme si stanno muovendo verso la Commissione europea», ha aggiunto.

Chiaro anche Nardella: «Perché Ursula von der Leyen non convoca subito i sindaci europei come ha fatto negli Usa Joe Biden?» ha detto il primo cittadino di Firenze, che è anche presidente di Eurocities, la più grande associazione di metropoli europee.

La lettera è stata inviata alla numero uno della Commissione von der Leyen, al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e al presidente del Parlamento Ue David Sassoli il 29 ottobre scorso. I sindaci «sollecitano» le istituzioni europee «a riconoscere il ruolo delle città metropolitane» nella fase della ricostruzione post Covid e a «destinare il 10% delle risorse al livello locale». La missiva è stata firmata, tra gli altri, da Sala ma anche dai sindaci di Parigi, Barcellona, Hannover, Praga, Varsavia, Bratislava e Budapest. Ma non sono stati gli unici a chiedere di essere coinvolti, visto che la stessa associazione che riunisce i Comuni italiani, l’Anci, ha scritto una lettera molto simile presentata un mese fa all’assemblea nazionale. Nei giorni scorsi è intervenuto anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che, sempre parlando del Recovery, ha detto: «Vorrei che il governo prendesse in considerazione le proposte dei sindaci delle città italiane che già ai primi di ottobre hanno consegnato un piano che potrebbe far ripartire l’Italia alla grande». Il primo cittadino di Napoli aveva rilevato il «ritardo e l’eccessiva verticalizzazione» nella programmazione dei fondi destinati dall’Europa al rilancio post pandemia. «Non vorrei fosse un’altra occasione per decidere senza ascoltare i territori e un’altra occasione per penalizzare il Mezzogiorno».

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