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Stretta di Natale, aggiunti due posti in più a tavola

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Donatella Di Nitto
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La partita è ancora tutta da giocare. La decisione dell’esecutivo su come sarà il Natale nell’era del Coronavirus per gli italiani verrà presa oggi, dopo un altro giro di riunioni tra il premier Giuseppe Conte, le Regioni, gli enti locali e i membri della maggioranza. Si dovrebbe arrivare al Consiglio dei ministri delle 18 con una proposta definita, frutto di una sintesi tra «rigoristi» e «aperturisti», non scontata.

Per ora la deroga a cui il presidente del Consiglio sta lavorando è quella dei due congiunti, non conviventi, in più seduti a tavola nei giorni di festa. Una concessione per rendere meno amare le giornate di quasi lockdown delle festività. Restano comunque in campo due ipotesi. Seguire la linea sponsorizzata dai più rigorosi ministri Speranza e Franceschini, e quindi di fare dell’intera penisola zona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio, oppure seguire le indicazioni più morbide proposte da Conte e Bonafede, limitando le restrizioni delle zone rosse nei giorni festivi e prefestivi (quindi 24,25 e 26 dicembre, 31 e 1 gennaio) e colorare invece di giallo il 28, 29 e 30 dicembre. In quest’ultimo caso bar, ristoranti e negozi resterebbero aperti e si potrebbe circolare all’interno della propria regione, mentre con l’indice di massima criticità le attività commerciali resterebbero chiuse e ci sarebbe anche il divieto di spostamento all’interno del comune, fatto salvo per urgenze, necessità e salute.

Confermata la struttura del Dpcm del 3 dicembre scorso con il divieto di spostamento da regione a regione dal 21 dicembre al 6 gennaio. «Natale è più rischioso di Ferragosto», ha avvertito Boccia nel corso della riunione con gli enti locali, richiamando quindi alla necessaria «unità tra Stato-Regioni-Enti locali per le misure delle festività. La proposta di maggiori restrizioni è legata alla necessità di dare un ulteriore impulso al contenimento del contagio per poter alleggerire sempre più il peso sulle reti sanitarie», ha aggiunto. Intanto il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha annunciato la chiusura dei confini comunali a partire dalle 14 dal 19 dicembre al 6 gennaio. «Le attività produttive e commerciali non chiuderanno: chi ha la serranda non la abbasserà, ma dalle 14 si lavora solo con cittadini della propria città», ha spiegato.

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