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Solo il Quirinale non si è accorto del disastro Conte

Riccardo Mazzoni
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È comprensibile che tutti i retroscena dei quirinalisti più accreditati ogni giorno dipingano il capo dello Stato come «preoccupato». Ci mancherebbe altro. Ciò che sorprende è il postulato conseguente, ossia che sul Colle si ritengano ancora Conte e il suo governo -bis le ancore di salvezza per questo disastrato Paese. Non è dato sapere come si concluderà la crisi di governo virtualmente aperta con l'isolamento di fatto del premier da parte della sua maggioranza, ma se dal cappello dell'avvocato del popolo, ora abile prestigiatore della politica, uscissero un rimpasticchio o un Conte ter, sarebbe solo un accanimento inutile e dannoso: non è infatti cambiando l'ordine dei fattori che, in matematica come in politica, il prodotto cambia. E il prodotto rossogiallo è, in tutta evidenza, assai deteriorato. Per carità di patria, dunque, sarebbe meglio non credere ai retroscenisd secondo cui Mattarella pretenderebbe dal peggior governo della Repubblica nientemeno che un patto di legislatura.

Missione impossibile: questa è una compagnia di ventura che sta giocando una irresponsabile partita a poker sulla pelle del Paese, e in cui ormai è difficile distinguere chi bluffa da chi rilancia, mentre i dossier si accumulano e i problemi marciscono. La maggioranza è divisa nell'ordine: su Mes, servizi segreti, manovra, superbonus, Recovery Plan e - per non farsi mancare nulla - perfino legge elettorale. E mentre il premier si cullava fra task -force, comitati, Stati generali e verifiche di governo, l'Italia chiude quest' anno orribile col triste record di morti in Europa e con un tasso di letalità da Covid secondo solo, nel mondo, a Messico e Iran. Eppure il premieril27 gennaio rassicurò tutti: «Siamo prontissimi. L'Italia è il Paese che ha adottato misure cautelative di avanguardia rispetto agli altri». Ma dal document() dell'Oms misteriosamente sparito e ora riapparso si evince che l'Italia non aveva neppure aggiornato il piano pandemico.

Annunci, Dpcm, ammuine e promesse a vuoto, del resto, sono stati l'unica vera cifra politica di Palazzo Chigi: a inizio settembre Conte assicurò agli studenti che «quest' anno si torna a scuola in presenza». Poi il 18 ombre presentò (in evidente e colpevole ritardo) le misure per prevenire la seconda ondata e assicurare agli italiani «un Natale sereno». Risultato: zona rossa in tutto il Paese dal 24 dicembre all'Epifania, e le scuole - richiuse a causa della seconda ondata - non riapriranno nemmeno il 7 gennaio, con un incalcolabile danno didattico e di socialità per milioni di ragazzi. E il famoso bazooka annunciato in diretta Facebook il 6 aprile, cioè l'intervento poderoso da 400 miliardi per le imprese? Mai visto, e comunque frenato da procedure cervellotiche e disperso in mille rivoli, tanto che migliaia di aziende sono al collasso e l'Italia subirà il maggior tracollo europeo del Pil di questanno.

Ma la colpa non è mai di Conte: lo sport preferito del governo è ribaltare ogni responsabilità sugli italiani. Per cui zona rossa e zitti, ma un governo senza alcuna autorevolezza non è più credibile, e sta seminando solo rabbia, disperazione e povertà, come dimostrano le file chilometriche per il pane di Roma e Milano. Immagini drammatiche, di fronte alle quali fa accapponare la pelle il viceministro Sileri che accusa i tecnici del Ministero della Salute di essere andati a mangiare la carbonara invece di pensare ai loro doveri. «Non è possibile assistere allo scaricabarile della carbonara mentre la gente chiede aiuto e protezione, ma come si fa, di fronte a un'epidemia così grave a collaborare con un governo di irresponsabili e di incompetenti?» ha scritto il senatore Gasparri. Ed è la fotografia più aderente a una realtà che al Quirinale si ostinano a non vedere.

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