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Shopping di Natale, romani sotto accusa. Storace: ma la colpevole è la Raggi

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A sentirli non è mai colpa loro. "La cosa più vergognosa è la censura verso i cittadini che sono usciti a fare shopping anche a Roma. Giù minacce, indignazione: e il bello è che a farsi giudici degli atteggiamenti dei romani sono i colpevoli, quei ministri che dovrebbe solo tacere per i guai provocati al tempo del Covid", è l'attacco di Francesco Storace sulla polemica degli assembramenti di Natale. "Un governo che guida una Nazione con un numero di morti che non ha eguali nel mondo o giù di lì, si permette di fare censura per gli acquisti di Natale. E lo fa nelle stesse ore in cui il presidente del Consiglio si rifugia con i suoi partner sulla Luna a parlare di rimpasto. Ma non si vergognano costoro?", scrive il vicedirettore de Il Tempo sul sito 7Colli

"Se i cittadini – a partire da quelli che hanno fatto shopping a Roma – è perché non c’era alcun divieto. E adesso li rimproverano, è un governo di pagliacci. In tutto il mondo se la sono presa con i governanti sovranisti, solo in Italia la colpa è attribuita ai cittadini. Con il direttore di un giornale importante come La Stampa, Massimo Giannini, che augurava 'Buon Covid' a quelli che passeggiavano su via del Corso", si legge nell'articolo. 

Eppure se il centro storico di Roma è affollato "la colpa va cercata in chi ha spalancato i varchi d’accesso in zona Ztl. No, nessuno si azzarda a dirlo, però è così. Se una zona vietata non lo è più, è evidente che ci si precipita nel momento in cui viene 'liberata - scrive Storace -  Normale e prevedibile tranne che nella Capitale d’Italia. Premier Conte, per caso ha chiesto conto a Virginia Raggi dello shopping di Roma anziché far ragliare quegli asini che la fanno corona a Palazzo Chigi col rango di ministri? Non se ne può più delle prediche inutili. Invece chiedano scusa per non averne imbroccata una. Almeno la Merkel, se chiude tutto, lo fa ammettendo che le misure prese in Germania non sono stata sufficienti. Un’assunzione di responsabilità. No, da noi vorrebbero le scuse dal popolo italiano. Ma andate al diavolo".

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