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"Così mi ha isolato". La lettera di dimissioni del comandante dei vigili è un attacco alla Raggi

Andrea Ossino
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“La settimana appena trascorsa contraddistinta da un vile attacco alla mia dignità personale e istituzionale ha segnato il momento più buio del mio trentennale percorso lavorativo nel Corpo cui mi onoro di appartenere”. Inizia così la lettera con cui il Comandante Stefano Napoli comunica al sindaco Virginia Raggi le sue dimissioni. Sono bastate tre pagine all’ormai ex vertice della Polizia Locale per spiegare le ragioni della sua scelta. 

Non ha peli sulla lingua: “Ho dovuto costatare la mortificante assenza del benché minimo cenno di vicinanza alla mia persona e al mio ruolo”, scrive.  Napoli che non è stato difeso quando è stato attaccato mediaticamente. Anzi. 

E adesso non si sente più di dipendere da un’Istituzione che non ha protetto i suoi uomini da quelle che Napoli definisce “mistificazioni”, “disinformazione”.

 “Come si può ragionevolmente ignorare la vera e legittima natura della tanto scabrosa verifica richiestami – si chiede Napoli nella missiva – tanto più che (Marsilio, ndr) non ha mancato di chiarire le vere e inequivoche ragioni di quella interlocuzione?”, domanda retoricamente il comandante. 

Ma quel che lascia perplessi è che secondo Napoli la “mancanza di vicinanza” da parte del Campidoglio non sarebbe frutto di “superficialità o dimenticanza bensì (...) una presa di distanza che mi pone in una condizione di isolamento”, continua la lettera.

 

E alla Raggi dice: “Il suo silenzio, forse il segnale più evidente dell’isolamento cui ho sopra accennato, crea scoramento e sconforto all’intero Corpo”.

Secondo Napoli alla Capitale e ai vigili oggetto di una attacco mediatico serve una figura che sia supportata dal Campidoglio e per questo motivo ha deciso di assumere un ruolo più defilato, come vice comandante. 

Quindi chiosa: “Rimango fermamente convinto della bontà, correttezza e legittimità del mio operato e solo per autentico spirito di servizio ritengo necessario per quanto doloroso fare un passo indietro”.

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