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Per la Azzolina non ce n'è Coviddi. Ecco la ministra negazionista

Lucia Azzolina

Francesco Storace
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Diffidare dei ministri che pensano ai dicasteri loro affidati come un tesoretto personale. Caso tipico è Lucia Azzolina, che ha ricominciato a far parlare di sé perché vorrebbe la scuola aperta anche di notte, fregandosene della salute degli studenti, dei docenti, del personale non docente e delle relative famiglie. È una battaglia priva di argomenti scientifici: Azzolina ministra negazionista potremmo dire.

Non ce n’è Coviddi, stava per urlare l’altra notte in consiglio dei ministri la titolare dell’istruzione. Permalosa come pochi al mondo, ogni volta Lucia Azzolina indossa i guantoni da boxe a difesa del fortino scolastico. Ma secondo lei, a che cosa si riferisce Nicola Zingaretti quando dice che ora il virus entra nelle case? E con chi, di grazia? Si chieda perché i suoi colleghi ministri hanno fatto silenzio di fronte alla sua pretesa di riaprire la scuola col nuovo Dpcm in arrivo, a partire da quelli del Pd…

Siamo alla scuola usata come slogan per una battaglia personale che non risolve alcuno dei problemi che esistono in coincidenza con il Covid.

Basta compulsare i dati dell’istituto superiore di sanità, come ha fatto il nostro giornale in queste settimane: e anche la Azzolina potrà agevolmente scoprire che l’aumento vertiginoso dei contagi – la famosa seconda ondata – è coinciso proprio con il momento di apertura delle scuole. E i più giovani, fino alla prima settimana di novembre, sono stati i più colpiti.

Prima di fiatare, la ministra dell’istruzione dovrebbe invece spiegare quali provvedimenti ha adottato per mettere la scuola in sicurezza.

Certo, non solo lei, perché ci ha messo del suo anche Paola De Micheli, ministra dei trasporti che ha ampliato e ridotto la capienza dei mezzi di trasporto a seconda dei giorni pari e dispari. E il ministro Roberto Speranza in mezzo alle urla delle sue due colleghe a cercare di spiegare che né scuole né autobus sono di loro proprietà personale.

La Azzolina, in particolare, vorrebbe ricominciare subito con le lezioni. O al massimo subito dopo le vacanze di Natale. Per farlo, però, si deve sedere, respirare, parlare con molta calma e illustrare a tutti noi che cosa intende fare per mettere in sicurezza gli istituti scolastici.

Mezzi pubblici, ad esempio. Assieme alla De Micheli avete elaborato un piano per nuove linee? Avremo più autobus? Gli orari di ingresso saranno differenziati? Sembra di stare sempre alle stesse domande di mesi orsono ed è incredibile.

Come garantirete l’aerazione nei mesi più freddi dell’anno quando non si potrà pretendere di stare in classe con le finestre spalancate? I riscaldamenti consentiranno sicurezza? E al distanziamento come ci penserete?

E’ sadicamente gustoso leggere un documento redatto dall’Inail in data 12 ottobre su come evitare problemi di contagio agli studenti.

Immaginateli con queste istruzioni in classe, pensate ai loro docenti che devono controllarne la postura.

1.  Schiena poggiata allo schienale e mai curva; 2) avambracci sempre appoggiati al banco, sui braccioli o sulle gambe; 3) piedi appoggiati completamente al pavimento e mai attorno alle gambe della sedia o in ginocchio; 4) le ginocchia non devono toccare la parte inferiori del banco; 5) spazio sufficiente per muovere agevolmente le gambe; 6) spazio libero tra la parte posteriore dietro le ginocchia e il bordo anteriore della sedia; 7) non poggiare il gomito sul banco col mento appoggiato sulla mano; 8) non dondolare con la sedia; 9) sedia non troppo lontana dal piano d’appoggio utilizzato.

E’ evidente che con consigli del genere anche un ministro come la Azzolina possa uscirne traumatizzata e cominciare a urlare in modo sconnesso che vuole aprire la scuola a tutti i costi.

Anziché leggere il manuale di trasformazione in automi dei nostri ragazzi, farebbe bene a concentrarsi su alcune parole chiave, invece: distanziamento, sanificazione, igienizzazione, areazione, tracciamento casi, isolamento casi, test a tappeto. Se non si fa tutto questo il fallimento è assicurato.

Le offriamo nuovi dati, aggiornatissimi, sono del 18 novembre e li pubblica l’istituto superiore di sanità.

Nella fascia di età fino a 19 anni, i contagiati al 25 agosto erano 9.544. Balzati a 102.419 al 7 novembre e a 149.219 al 18 novembre. Non basta? Il dato più significativo è proprio quello fino al 7 novembre, perché tra tutte le fasce di età quella giovanile era la più alta in assoluto. Poi le scuole hanno cominciato a chiudere in molte regioni e il dato dei 149mila del 18 novembre resta molto alto ma tutto sommato in media con le altre generazioni. E’ sufficiente una calcolatrice, signora ministra.
 

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