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I ristori di Conte vanno in fumo. M5s vuole liberalizzare la cannabis light

Alberto Di Majo
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Il decreto Ristori finisce «in fumo». Non solo perché i soldi previsti dal governo Conte sono pochi ma anche perché il M5S ha presentato un emendamento al testo, in questi giorni in discussione al Senato, per liberalizzare la cannabis light.

La proposta, avanzata dal senatore Francesco Mollame e altri tre colleghi (Piarulli, Naturale e Angrisani) punta a regolamentare la filiera della canapa e prevede la liberalizzazione per la sostanza che ha un contenuto di principio attivo (Thc) al di sotto dello 0,5%. 

Il suo autore rivendica l’operazione: «Bisogna cercare di essere meno ipocriti e non confondere la cannabis con la droga - spiega il senatore Mollame - Attualmente c’è un caos normativo/giuridico. Il mio emendamento nasce dalla considerazione che questa pianta è utilizzata per molti usi differenti e che, se il Thc è basso, come previsto da norme ministeriali,  e come in questo caso, non è nociva. Ad ogni modo con il mio emendamento rimando a un decreto specifico del ministero della Salute».

Il senatore del M5S difende anche la scelta di presentare una modifica proprio al decreto ristori che si trova in discussione in Commissione: «Parliamo di aziende, investimenti e lavoro. In questo momento di crisi riuscire a far andare avanti tutte le imprese è un obiettivo primario. Peraltro, visto che sono previste delle accise, è un’occasione per lo Stato di recuperare una seppur minima quota di entrate».

I 5 Stelle avevano già provato a regolamentare il settore nella legge di bilancio del 2019 ma l’emendamento, presentato sempre da Mollame, fu ritenuto «non pertinente per materia» e dunque bocciato.

Attacca, invece, il centrodestra. La presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ironizza: <WC1>«Non ci posso credere. Sapete qual è l’ultimo emendamento presentato dal M5S al decreto ristori? I ristori per tutte le attività che hanno avuto un calo del fatturato superiore al 33%, al di là dei codici Ateco? Assolutamente no. Un sistema unico di ammortizzatori sociali calcolato anche per gli autonomi con gli stessi parametri usati per la Cig? Non ci pensate. Un intervento sui costi fissi delle imprese in difficoltà a partire dagli affitti, con estensione al 100% del credito di imposta? Siete fuori strada. Un pacchetto di norme per garantire continuità d’impresa, con taglio Irap e dimezzamento Iva e contributi? Non ci pensate. La straordinaria e innovativa proposta di questi allucinati Cinquestelle è la liberalizzazione della cannabis light. Sì, avete letto bene - insiste la Meloni La soluzione dei grillini per gli imprenditori in ginocchio e i lavoratori rimasti senza lavoro è: "Rilassatevi e fatevi una canna". Mandiamo a casa questi cialtroni».

Si è fatta sentire anche la Lega: «La ricetta 5Stelle per far ripartire l’Italia? Ristorare gli italiani con la cannabis light. Con i morti negli ospedali, le terapie intensive piene, le famiglie in crisi, intere categorie di lavoratori che aspettano ancora la cassa integrazione e i soldi che non verranno, il governo che fa? Pensa di regolamentare l’intera filiera della canapa, liberalizzando la cannabis light. Tanto per ristorarli» dice l’eurodeputata Simona Baldassarre. 
Gli fa eco il vicecapogruppo del Carroccio alla Camera Alessandro Pagano: «Mentre migliaia di imprese sono costrette a chiudere, la preoccupazione del governo si concentra sulla commercializzazione della cannabis».

Interviene anche Pro Vita e Famiglia onlus: «Contro l’emergenza Covid e per non rischiare altre vittime della pandemia i giallorossi hanno chiuso anche le palestre che si curano del nostro benessere fisico, ma state tranquilli, una canna per fumare e dimenticare che state perdendo tutto, anche il vostro lavoro, ve la concederanno. Scandalosi!» tuona il presidente dell’organizzazione, Toni Brandi. Da mercoledì le Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato valuteranno l’emendamento che, dunque, potrebbe anche sbarcare in Aula per la votazione.
 

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