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Michele Santoro chiude bottega. Società liquidata, non lo vuole nessuno

Andrea Giacobino
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Dopo dieci anni di attività Michele Santoro mette la parola fine alla sua avventura imprenditoriale. Qualche giorno fa, infatti, a Roma davanti al notaio Angelo Caruso si è presentato lo stesso conduttore quale azionista di maggioranza col 52,2% della sua casa di produzione Zerostudio’s, accompagnato dalla moglie Sanja Podgajski, che detiene il resto del capitale, per guidare un’assemblea straordinaria che ha deciso lo scioglimento della società, costituita nel 2010, e la nomina di Santoro quale liquidatore.

Zerostudio’s aveva chiuso il 2019 con oltre 325mila euro di perdita rispetto al piccolo utile di 24mila euro dell’anno precedente e un fatturato di 60mila euro, letteralmente crollato dai ricavi di 2 milioni del 2018. «L’esercizio - spiegava Santoro nella nota integrativa - è stato caratterizzato da una grande attività di progettazione e sperimentazione per nuove produzioni, anche in ambiti diversi. Si è proceduto con la scrittura dell’adattamento di un soggetto cinematografico per una serie tv e con la progettazione e sperimentazione di un modello di business per la produzione e distribuzione di contenuti televisivi tramite web». E tuttavia «nel corso dell’anno non si sono presentate utili opportunità editoriali e televisive che potessero permettere la realizzazione di produzioni valide anche dal punto di vista economico finanziario. Ciò ha determinato un volume di ricavi minimo, non sufficiente a coprire i costi fissi di struttura».

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