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Nuovo Dpcm, Conte divide l'Italia in tre: ecco le Regioni a rischio lockdown. E scatta il coprifuoco generale

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Restrizioni differenziate per regioni con la definizione di tre aree di rischio. "Dobbiamo intervenire con prudenza e massima attenzione per nuove misure più restrittive con una strategia contenitiva, va modulata sui territori in base alle criticità dei territori", ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso delle sue comunicazioni sull’emergenza Covid nell’aula della Camera. "Nel prossimo Dpcm indicheremo 3 aree con tre scenari di rischio con misure via via più restrittive", l’appartenenza all’una o altra area "dipenderà esclusivamente dal coefficiente di rischio di quel territorio. L’inserimento di una Regione avverrà con un’ordinanza del ministro della Salute e sempre con ordinanza del ministero sarà possibile entrare e uscire da un'area".

"La lettura del report sull’evoluzione" del Covid stilato "settimanalmente dell’Iss ha costretto a prefigurare un nuovo corpus di misure restrittive ancor prima del 4 novembre, la data fissata per le mie comunicazioni in Parlamento . Dopo un ulteriore interlocuzione con i presidenti delle Camere, ho chiesto di poter anticipare già ad oggi queste mie comunicazioni così che il parlamento possa esprimersi prima di adottare il provvedimento", ha detto Conte in Aula  ringraziando i presidenti di Camera e Senato per aver consentito già oggi di anticipare il suo intervento.

"L’Rt nazionale è a 1,7 ma in alcune regioni il dato è superiore. Esiste un’alta probabilità che 15 regioni superino le soglie critiche nelle aree delle terapie intensive e delle aree mediche nel prossimo mese", ha detto il premier che ha annunciato per l'intero territorio nazionale solo alcune specifiche misure: centri commerciali chiusi nel fine settimana, stop alle sale slot, chiusura musei e mostre, nuove limitazioni per il trasporto pubblico al 50%, divieto di spostamenti tra regioni a rischio. Poi Conte sfiora il tema del coprifuoco, annunciando una stretta sulle chiusure serali, ma non fornisce l'ora anche se si parla delle 21. 

L’Italia proiettata verso lo scenario 4, il più grave, secondo il piano ’Prevenzione e risposta a COVID-19’ redatto dall’Istituto Superiore di Sanità, che prevede diversi scenari e le relative misure da mettere in campo in base all’andamento dell’epidemia. A certificarlo lo stesso premier Giuseppe Conte, nel suo intervento alla Camera. Lo scenario 4 si verifica in casi di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo. Uno dei parametri tenuti in considerazione è l’indice di contagio Rt regione per regione. Si entra in allarme rosso quando viene superato 1,5, e sono 13 le regioni che nell’ultimo report dell’Iss risultano oltre la soglia: due di queste superano addirittura quota 2, sono Piemonte (2,16) e Lombardia (2,09).

Le altre regioni attenzionate sono Calabria (1,66), Emilia Romagna (1,63), Friuli Venezia Giulia (1,5), Lazio (1,51), Liguria (1,54), Molise (1,86), Provincia di Bolzano (1,96), Provincia di Trento (1,5), Puglia (1,65), Umbria (1,67) e Valle d’Aosta (1,89).

 Inoltre si devono registrare «incidenza dei casi e gravità cliniche elevate», con «pressione sostenuta per i dipartimenti di prevenzione e i servizi assistenziali» nelle diverse regioni. Uno scenario a sua volta suddiviso in tre fasce: moderata, alta/molto alta per meno di tre settimane consecutive o alta/molto alta per più di tre settimane consecutive e situazione non gestibile. In quest’ultimo caso gli obiettivi sono: «Mitigazione della diffusione del virus, riduzione del numero di casi, porre fine alla trasmissione comunitaria diffusa». Come? «Restrizioni generalizzate con estensione e durata da definirsi rispetto allo scenario epidemiologico», accanto alle «limitazioni della mobilità da/per le zone interessate», ma anche la «chiusura delle strutture scolastiche/universitarie», sempre per l’estensione e la durata richieste dall’andamento dell’epidemia, «ed attivazione della didattica a distanza sempre ove possibile».

Peraltro il documento dell’Iss suggerisce l’attivazione di personale aggiuntivo esterno a supporto dei dipartimenti di prevenzione, ma soprattutto, visto il congestionamento del sistema, l’offerta del tampone solo a «casi sospetti e contatti stretti e a rischio, con priorità ai soggetti sintomatici», una strategia di «semplificazione di contact tracing e sorveglianza attiva» che cambia molto rispetto allo scenario 1, che prescrive «la ricerca e conferma diagnostica di tutti i casi sospetti». Si suggerisce anche il «potenziamento degli alberghi per isolamento casi».

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