Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Pensioni immuni dal Covid

Filippo Caleri
  • a
  • a
  • a

Il tavolo della riforma delle pensioni tra governo e sindacati, in previsione della scadenza della quota 100, continua a partorire idee e soluzioni. Così ora il governo pensa ad attutire l’impatto per il calo del Pil sugli assegni previdenziali, insieme al prolungamento dell’Ape sociale e di Opzione donna già nella Manovra. La prima proposta ha un obiettivo preciso. Ogni anno con il calcolo contributivo della pensione si applica un coefficiente di rivalutazione al montante contributivo e cioè alla somma complessiva dei versamenti previdenziali. La misura del coefficiente è legata al Pil che normalmente è positivo. Nel 2020 causa Covid il valore negativo della produzione a fine anno potrebbe invece determinare una decurtazione dell’assegno liquidato. Per questo la proposta della ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, sarebbe quella di una proposta di legge per sterilizzare gli effetti di questo calo evitando di ridurre gli importi che saranno erogati nei prossimi 2-3 anni. 
Dal ministero di Via Veneto sarebbe stata anche confermata l’intenzione di prorogare per un anno l’Ape sociale e cioè la concessione del beneficio pensionistico agli over 63 disoccupati, agli invalidi almeno al 74% con almeno 30 anni di contributi, ai lavoratori impegnati in attività gravose con almeno 36 anni di contributi.
La proroga di un anno varrebbe anche per l’Opzione donna che prevede la possibilità di andare in pensione anticipata con 58 anni di età (che sale a 59 per le autonome), oltre a un anno di finestra mobile per la decorrenza, e 35 anni di contributi per le donne, a patto di accettare il ricalcolo integrale dell’importo con il sistema contributivo. Dunque con un taglio netto delle somme. 
Sempre l’esecutivo si è detto disponibile a prevedere una copertura previdenziale piena per quanto riguarda gli anni di contributi per chi fa part time verticale. Chi lavora tre giorni la settimana avrà un anno intero calcolato. Per determinare l’assegno varranno però i contributi versati sulla base della retribuzione percepita. Con la chiave di dare un futuro pensionistico più ricco a chi guadagna meno si sta mettendo a punto anche un nuovo semestre di silenzio assenso per l’iscrizione alla previdenza integrativa. I nuovi assunti che non danno indicazione sul fondo al quale iscriversi o non dichiarano esplicitamente di voler lasciare il Tfr in azienda verrebbero di diritto iscritti nei fondi negoziali. Intanto si lavora anche alla riduzione del tetto da mille a 500 lavoratori per poter applicare il contratto di espansione. La misura consente al momento solo alle aziende con oltre mille dipendenti, con piani di riorganizzazione finalizzati alla digitalizzazione, di concordare con i sindacati riduzioni di orario e scivoli verso la pensione con nuove assunzioni.

 

 

Infine la Catalfo avrebbe mostrato la sua intenzione di mantenere fino a 7 anni l’isopensione (il pagamento di un assegno pari alla pensione da parte dell’azienda) valutando la possibilità di introdurre la Naspi per pagare il lavoratore nel primo periodo di uscita. Nessuna novità per l’estensione di «Quota 41», già prevista per i lavoratori «precoci», ai soggetti considerati fragili. Per definire l’intervento e lo stanziamento necessario si starebbe analizzando la potenziale platea di beneficiari che dovrebbe comprendere i pazienti cardiologici, diabetici e immunodepressi. Il punto di caduta è chiarire quale deve essere la situazione sanitaria del soggetto per accedere alla categoria. La reazione dei sindacato è stata complessivamente positiva, anche se rimangano ancora dei temi decisivi aperti. Per la Uil è necessario un intervento «sulle pensioni in essere fortemente penalizzate in questi anni, attraverso l’estensione della 14esima per gli importi fino a 1.500 euro». Da parte del governo, ricordano le parti sociali, è stata annunciata la proroga dei termini per le due Commissioni di studio sulla separazione tra assistenza e previdenza e sui lavori gravosi e una norma per quanto concerne il fondo esattoriali. LMa riforma della previdenza, l’ennesima, va avanti.

Dai blog