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La Azzolina snobba la Provincia. Lettera a Conte

Andrea Amata
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Il ministro della Pubblica Istruzione, Lucia Azzolina, ha fatto visita all’Istituto Agrario «Luigi Angeloni» di Frosinone per assistere alle operazioni di vendemmia da parte degli studenti. Una visita che ha fatto «aceto», rovinata dall’esclusione imposta dal ministro alle istituzioni territoriali fra cui la Provincia di Frosinone guidata da Antonio Pompeo, che, oltre ad essere un esponente di rilievo del Pd frusinate, esercita la competenza diretta sugli edifici degli istituti superiori. Uno sgarbo istituzionale che ha provocato la reazione del presidente dell’Ente provinciale con una nota di disappunto inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Presidente Pompeo cosa ha scritto al premier Conte?

«Ho evidenziato l’anomalia della visita del ministro Azzolina all’Agrario di Frosinone, che ha colpevolmente dimenticato di coinvolgere le istituzioni locali, in particolare la Provincia di Frosinone, proprietaria dell’istituto che ospita la scuola e che nei mesi estivi ha lavorato incessantemente per garantire la corretta apertura dell’anno scolastico. Uno sgarbo non al presidente Pompeo, ma all’ente Provincia e al territorio».

Il mancato invito della Azzolina è stato uno sgarbo a chi sul territorio ha agito per garantire la ripresa delle lezioni in sicurezza. Cosa si sente di dire al ministro?

«Senza polemica, semplicemente che il ministro ha perso un’occasione per ascoltare dalla viva voce dei protagonisti di un "quasi miracolo" le difficoltà incontrate e gli sforzi profusi in un settore fondamentale come la scuola. Forse sarebbe stato un confronto utile anche per la gestione dei prossimi mesi».

Lei è un esponente autorevole del Pd frusinate. Farà presente al segretario Zingaretti del comportamento della Azzolina?

«Ho già esaurito l’episodio con la lettera a Conte. Ripeto, è un’occasione che non ha perso la Provincia di Frosinone. Da parte mia, continuo a lavorare. Sono un amministratore locale, abituato a risolvere i problemi, non a fare passerelle o polemiche sterili. Con queste non si aprono le scuole».

Lei come percepisce i rapporti istituzionali fra i vari livelli di governo in questa fase di emergenza?

«Riagganciandomi alla risposta precedente, ritengo fondamentale il confronto costante tra i livelli istituzionali. Faccio parte del direttivo dell’Upi e sono membro della Conferenza Staro Città. Senza il dialogo i problemi non possono essere affrontati al meglio. A maggior ragione in questa situazione. Comuni e Province già hanno dimostrato di essere essenziali nella gestione della pandemia, dovrebbero avere ancora più centralità nei prossimi mesi. Non tutte le situazioni sono simili e non in tutte le situazioni possono essere efficaci i provvedimenti generali del Governo. Vanno differenziati nei territori. E per questo gli enti locali vanno valorizzati. Occorre una cabina di regia tra Governo centrale, Regioni, Province e Comuni».

 

 

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