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La sinistra dimentica che la Casellati è la seconda carica dello Stato: basta minacce

Francesco Storace
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Il bavaglio alla seconda carica dello Stato: così i sostenitori del governo di sinistra vorrebbero ridurre Elisabetta Casellati, presidente del Senato colpevole di dire la verità. Ma non può parlare se dà fastidio a lorsignori.

Il capogruppo dei Cinquestelle a Palazzo Madama, Gianluca Perilli, parla di parole fuori luogo, intimandole persino di “non muovere accuse di scarsa trasparenza dell’Esecutivo nella gestione delle informazioni sulla pandemia”. Ancora più pesante il presidente dei senatori del Pd, Andrea Marcucci: “Il suo ruolo le imporrebbe una imparzialità che nei fatti fatica a dimostrare, e questo è un problema”.

I toni minacciosi sono legati ad una lucidissima intervista che la numero uno di Palazzo Madama ha rilasciato al Corriere della Sera. Nella quale ha pronunciato amare parole di verità: Sulla proroga dello stato di emergenza, ha detto la presidente del Senato, “prima di tutto occorre avere informazioni corrette, senza nascondere i risultati del Comitato tecnico. Se non abbiamo accesso alle informazioni, non possiamo dire nulla. Abbiamo bisogno di verità. Gli italiani sono stanchi di oscillare tra incertezze e paure, in una confusione continua di dati che impedisce tra l’altro di programmare il lavoro”.

“Penso – ha aggiunto - che il Paese non sia in grado di sopportare un nuovo lockdown. Socialmente ed economicamente. Vedo solo la necessità di essere severi nel far rispettare le regole. L’allarmismo non serve, non aiuta a controllare la pandemia e crea solo sfiducia. Al contrario dobbiamo sostenere il ritorno alla normalità secondo due parole d’ordine che ci dovranno accompagnare nei prossimi mesi: responsabilità e coraggio". 

Parole assolutamente condivisibili e inspiegabilmente censurate dalla maggioranza. A meno che la Casellati non abbia toccato i nervi scoperti di chi vorrebbe di nuovo rinchiudere gli italiani in casa. E semmai sarebbe un motivo in più per dirle di aver fatto bene, proprio dalla sua carica istituzionale, nel non tacere.

Il ritorno alla stagione dei Dpcm per il varo di misure restrittive non può non essere ostacolato da chi ha a cuore la democrazia. Se a questo si continuano ad aggiungere provvedimenti “chiusi”, come i decreti legge con voto di fiducia costante e il tentativo di introdurre il voto a distanza causa Covid, è evidente che si va allo scardinamento delle regole parlamentari.

A chi rappresenta le istituzioni non si può chiedere di fare da scendiletto alle volontà del governo in carica. La Casellati ha detto quel che doveva dire ed è ipocrita dimenticare che le parole di chi ricopre quell’alto incarico vanno semmai ascoltate con il rispetto che meritano. Perilli e Marcucci si sono comportati come ragazzi di strada. Ma le minacce non servono.

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