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Le amnesie di Conte sul lockdown totale. Così si tradisce in diretta

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Ricorda tutto il premier Giuseppe Conte, dei giorni precedenti al lockdown nazionale. L'unica eccezione è un "vuoto di memoria", ovvero la telefonata (mancata) ai leader delle opposizioni Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Il premier racconta la sua versione alla festa del Fatto Quotidiano, intervistato da Antonio Padellaro e Peter Gomez (di seguito e a questo link il video dell'intervista). 

 

Conte difende la scelta del lockdown totale: "Questo determinò dall'oggi al domani, in poche ore, una completa alterazione della curva epidemiologica. Dopodiché, a distanza di circa 24 ore, valutando alla luce del fatto sopravvenuto, con piena condivisione da parte dei presidenti delle regioni del Centro e del Sud, decidemmo che non dovevamo attendere oltre. La situazione imponeva il lockdown totale. Il giorno successivo, il 10 marzo, il Cts si riunisce e formalizza la piena condivisione. Ne parlai con Sergio Mattarella, con tutti i ministri". Piena condivisione, nella maggioranza. Anche se il Cts nei giorni nei verbali secretati e recentemente pubblicati dalla Fondazione Einaudi consigliava una chiusura parziale focalizzata nel centro-nord e nelle regioni e province più colpite.

 

Padellaro allora gli chiede se aveva condiviso la scelta con i leader dell'opposizioni, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Conte risponde così: "Quasi tutte le decisioni le ho prese con loro. Confesso, non ricordo esattamente la telefonata ai capi dell'opposizione. Ne ho fatte tante...". Strano, un vuoto di memoria proprio su quella telefonata nonostante i tanti appelli a coinvolgere le opposizioni in decisioni cruciali per le sorti del Paese...

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