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Fassina non si nasconde: allearsi con la Raggi? Sì, ma su cose concrete

Fernando M. Magliaro
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«Se la Raggi pensa di accreditarsi a sinistra con un po’ di antifascismo di maniera, sbaglia. Sinistra e antifascismo non sono sinonimi: antifascismo è valore costituzionale. Per un dialogo costruttivo con la sinistra deve iniziare a compiere atti concreti». Stefano Fassina, deputato e consigliere comunale di Sinistra per Roma, è molto chiaro: nessuna preclusione verso i 5Stelle, anzi, ma basta chiacchiere e sotto con le cose concrete.
Fassina, per «antifascismo di maniera» intende le iniziative contro Casa Pound? E quali sarebbero questi atti concreti che la Raggi dovrebbe fare?
«Sì, mi riferisco a Casa Pound. Almeno su tre terreni è ora che la Raggi metta mano alla concretezza: attuazione dello statuto della Città Metropolitana con la trasformazione dei Municipi in Comuni; no alla discarica di Monte Carnevale e piano industriale per raccolta differenziata al 70%; internalizzazione di attività essenziali e relativi lavoratori. Peraltro, tre punti del programma della Raggi del 2016».

 

Sì, ma quando ci si candida si è sempre prodighi con le promesse. Poi, quando si vince ci si scontra con la realtà.
«Verissimo. Ma su rifiuti, scuole, Aec e Multiservizi e sui poteri di Roma e dei Municipi gli impegni si possono realizzare entro fine consiliatura».
Una riforma sull’assetto istituzionale di Roma non sembra cosa realizzabile in tempi brevi neanche con una Giunta sprint, figurarsi con questa.
«Si tratta soltanto di attuare quanto già previsto nello Statuto metropolitano, c’è anche una larga sponda parlamentare. Ricordo che nel 2021 cadrà il 150esimo anniversario di Roma Capitale».
Sì e che nel 2025 ci sarà il Giubileo. Due appuntamenti alla cui preparazione avrebbe dovuto lavorare la Giunta Raggi.
«Sì, vero. Ma non dobbiamo perdere tempo».

 

Girando per Roma, fra la gente comune e nel centrosinistra, i giudizi sull’esperienza grillina in Campidoglio sono disastrosi.
«La Raggi e i suoi hanno ereditato una situazione difficile e non hanno saputo affrontarla ma rilevo anche che se sono arrivati al governo di Roma, forse i "preparati" che li hanno preceduti qualche problema l’hanno lasciato».
Nel centrosinistra il tema più ricorrente è quello delle primarie. Lei intende correre?
«Anche a Roma è necessario ricreare lo stesso assetto politico che regge il Governo Conte. Dall’11 al 13 settembre, alla Città dell’Altra Economia, terremo la "Festa per il programma RomaVentuno". In quell’occasione verranno affrontati i temi legati alla vita della città, ai suoi problemi e alla sua visione per il futuro. Lì discuteremo anche come ci muoveremo in termini elettorali. Anche se...»
Anche se?
«Anche se le primarie sono diventate una specie di rito propiziatorio, una puntata di X-Factor. In cui ci si conta senza aver prima costruito insieme un perimetro di programma e una classe dirigente».
Ma voi siete disposti ad allearvi anche con la Raggi?
«La Raggi è figura divisiva, si è affermata in una stagione di contrapposizioni frontali. Ma guardiamo a tutto l’universo M5S. Anche la Lozzi (Monica Lozzi, presidente del VII Municipio, uscita dai 5Stelle in polemica con la Raggi e in corsa come sindaco per il movimento di Gianluigi Paragone, ndr) e i suoi consiglieri municipali sono interlocutori».
Ma così non sembra un po’ una riedizione di un "tutti insieme basta che non vincano gli altri"? Queste soluzioni raramente portano a buoni risultati anche in caso di vittoria nelle urne.
«Ma è chiaro che queste alleanze si fanno sui programmi: dall’inclusione sociale all’edilizia popolare, dalla lotta alla povertà al volontariato. Per non citare lavoro, rifiuti e trasporti».
Fassina, i 5Stelle hanno una caratteristica: la liquidità dell’elettorato. Non sono mica la vecchia Dc o il vecchio Pci che controllavano pacchetti di voti. Un’alleanza su queste basi è decisamente fragile.
«Può darsi. Ma provarci comunque è fondamentale».

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