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Conte gioca con le carte coperte: nascondono pure i dati alla Ue

Franco Bechis
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Il governo italiano da mesi sta vivendo come fosse una società segreta. Così ha tenuto riservati fino ad oggi tutti i verbali del comitato tecnico scientifico che lo ha assistito nella gestione della crisi sanitaria costretto solo dal Tar del Lazio e dalla fondazione Einaudi a svelare il contenuto sintetico di 5 fra decine. Ed ora alza il muro della segretezza perfino sui dati fondamentali dell'economia nei confronti dell'Unione europea.

L'amara sorpresa viene da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione, che giovedì ha pubblicato uno dei dati macroeconomici ricorrenti, quello della produzione nel settore delle costruzioni del mese di giugno 2020. In Europa l'edilizia è tornata a crescere rispetto al mese precedente, trainata da quella francese che è salita del 12 per cento. Ma rispetto all'anno prima ancora si piange: -5,8% la media del vecchio continente.

Mancano i dati di alcuni paesi come Grecia, Malta e Cipro perché per regolamento non sono tenuti a trasmettere l'andamento mensile, e lo fanno ogni sei mesi. Ma anche quelli italiani non figurano dal mese di marzo. In tabella al loro posto figura un “c”, che significa “confidential”. A marzo - ultimo dato italiano disponibile - le costruzioni erano cadute del 35,5%, il dato peggiore del continente dopo quello francese. Ad aprile, maggio e giugno il governo italiano ha messo il timbro “riservato” su quei dati, come si trattasse di un dossier dei servizi segreti. Muro nei confronti dei cittadini italiani dunque e ora perfino nei confronti di quell'Unione Europa che pure non ci ha maltrattato con il Recovery fund.

Giuseppe Conte e i suoi ministri dunque continuano a nascondere la verità sul loro operato di governo con una opacità che non si è mai vista almeno negli ultimi 30 anni. Che cosa abbiano da nascondere lo sanno loro, ma qualcosa abbiamo intuito con la pubblicazione di quei 5 verbali ottenuti dalla fondazione Einaudi: avevano raccontato grandi balle sulla gestione del lockdown. E il premier ne ha raccontata probabilmente un'altra quello stesso giorno in cui la bugia era saltata fuori: “Non abbiamo nulla da nascondere. Pubblicheremo tutti i verbali del comitato tecnico scientifico”.

Sono trascorse un paio di settimane e manco uno è stato reso pubblico per sbaglio, eppure mettere in pratica quanto è stato annunciato da Conte non richiede particolare sforzo: è una operazione di qualche minuto. Credo che Conte non potrà sfuggirne a lungo, perché in Senato si regge solo sull'appoggio del gruppo misto, denso di grillini fuoriusciti. Quattro di loro (Gregorio De Falco, Luigi Di Marzio, Elena Fattori e Paola Nugnes) hanno presentato un ordine del giorno durissimo dove si accusa il governo di tenere all'oscuro della verità il Parlamento privato così di elementi essenziali per le proprie decisioni, sostenendo che “il processo democratico e la separazione dei poteri dello Stato in questo modo rischiano di essere compromessi”.

I quattro chiedono l'immediata pubblicazione di quei verbali perché “il Parlamento a breve sarà chiamato a pronunciarsi sulla distribuzione della quota parte del cosiddetto Recovery Fund senza però essere a conoscenza delle criticità del nostro Paese creando un vulnus di elementi per la valutazione migliore per il popolo italiano e per il costo sociale che l’indebitamento potrebbe provocare”.

Costretti a sperare nei grillini dissidenti, nel frattempo dobbiamo sorbirci grazie anche alla segretezza dei dati altre bugie, come quelle elencate ieri dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri al Meeting di Rimini: “tutti gli indicatori ci dicono che l'Italia - più di altri Paesi europei e insieme a quelli che hanno adottato politiche simili - ha assorbito il colpo di una chiusura totale delle attività produttive molto meglio di come tutti i previsori si sarebbero aspettati”.

Qualche dato è segreto, qualcun altro no. E allora ve li diamo, che parlano meglio di Gualtieri. A giugno la produzione industriale in Italia era ancora in caduta del 13,7% sul 2019, ed era il 24° risultato su 27 paesi nell'Unione europea. Questo dopo essere stato il 27° risultato su 27 nei mesi precedenti. Nel secondo trimestre del 2020 il Pil italiano è caduto del 17,3% rispetto all'anno precedente. Peggio in tutta l'Unione hanno fatto solo Spagna (-22,1%) e Francia (-19%). I dati dunque dicono l'esatto opposto di Gualtieri. Forse segretandoli tutti nessuno se ne accorgerà più...

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