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La folle scuola di Lucia Azzolina

Lucia Azzolina

Domenico Alcamo
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Non si sono svolte per mesi, ma il dibattito attorno alla scuola ricorda una rumorosa assemblea di istituto. Il "la" proviene sempre da Viale Trastevere, per poi dare luogo ad un crescendo di polemiche. L’ultima riguarda un’ordinanza emessa dal Ministro Azzolina, per cercare di tamponare il vuoto delle cattedre. Il provvedimento del ministro prevede che, con le nuove Graduatorie Provinciali per le Supplenze possano insegnare nelle scuole d’infanzia e nelle primarie anche persone non ancora laureate, tuttavia iscritte al terzo, quarto, o quinto anno di Scienze della formazione primaria.
A stigmatizzare la decisione, esprimendo preoccupazione verso la qualità della didattica, ad esempio, è stato il "parlamentino" della scuola, ovvero il "consiglio Superiore di pubblica istruzione", che è composto da personalità della cultura e del mondo degli istituti. Ma il tema è esondato, chiaramente, anche nel confronto politico. Dalla Lega, Mario Pittoni, responsabile nazionale scuola, attacca: «Non volendo prestarsi ad un’operazione di buonsenso, (il grande piano di stabilizzazione dei docenti esperti presenti nelle graduatorie, che sollecitiamo da marzo), Azzolina ha pensato all’utilizzo (ovviamente precario) di chi non ha ancora completato gli studi, che andrà dunque ad ingrossare la massa degli sfruttati». Da Fratelli d’Italia, le deputate Carmela Ella Bucalo e Paola Frassinetti accusano il ministro di «portare la scuola sempre più nel baratro. Immettere nel circuito di scuola altri precari è l’ennesima incredibile faciloneria». Critica anche Forza Italia, con la capogruppo al Senato...

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