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Governo in bilico ma Conte non cade

Riccardo Mazzoni
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La partita sulla sopravvivenza dei governi si è sempre giocata, come insegna l'ultimo governo Prodi, nell'aula di Palazzo Madama, e il Conte bis non fa eccezione. Quando nacque avventurosamente, dopo la pazza crisi di agosto con il ribaltone più spettacolare della storia repubblicana determinato dalla mossa del Papeete di Salvini e da quella del cavallo di Renzi, i numeri di partenza erano abbastanza rassicuranti: l'ex avvocato del popolo, divenuto una sorta di premier con la bandiera dei tre colori - prima gialloverde, poi rossogialla - poteva infatti contare su 178 voti, 17 in più della maggioranza assoluta di 161.

Poi fughe ed espulsioni grilline hanno sensibilmente assottigliato la maggioranza, che ora - dopo il passaggio alla Lega della senatrice Riccardi, ex M5S, è composta da 95 grillini, 35 Pd, 17 Italia Viva, 13 del gruppo Misto (i 5 di Leu, gli ex Cinque Stelle De Bonis, De Falco e Fattori, i senatori a vita Monti e Segre, il neoeletto Ruotolo e 2 del Maie), e 8 delle Autonomie, tra cui Napolitano, Cattaneo, Casini e Bressa. Totale: 168 a cui potrebbero aggiungersi in caso di necessità gli altri senatori a vita Rubbia e Piano. Dunque potenzialmente 170.

Il governo, che a inizio anno era già in crisi virtuale ed è sopravvissuto solo grazie alla tragedia del Covid (politicamente una manna, anche se è brutto dirlo), ha sopperito alla sua endemica fragilità grazie al commissariamento di fatto del Senato attraverso fiducie a raffica e grazie anche ai voti delle opposizioni, che quando si è trattato di decidere gli scostamenti di bilancio, lo hanno aiutato a superare l'asticella della maggioranza assoluta dell'Assemblea. Ma dalle parti di Palazzo Chigi, dopo l'ultima defezione grillina e l'annuncio di altri arrivi nel gruppo della Lega da parte di Salvini, è decisamente suonato l'allarme rosso, perché l'incidente fatale è sempre dietro l'angolo, come ha dimostrato l'annullamento del voto di fiducia sul decreto elezioni per un numero legale sul filo.

Per mesi si è parlato di possibile soccorso azzurro in caso di estrema necessità, ma l'atteggiamento di totale chiusura al dialogo da parte del governo nell'affrontare l'emergenza Covid ha per il momento allontanato questa ipotesi. E dunque il pallottoliere politico è tornato freneticamente in funzione: basterebbero pochi altri passaggi di campo per buttare all'aria la maggioranza e aprire la crisi. Vediamo i numeri, attuali e potenziali, di cui può disporre l'opposizione di centrodestra al Senato: Lega...

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