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Benvenuti a Promettopoli

Gianluigi Paragone
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Sao come si fao la cioccolata, con una mescolata di zucchero e cacao. Cacao meravigliao che meraviglia sto cacao meravigliao...
In epoca di striminzitic il Colao meravigliao è un po’ come il cacao meravigliao della banda Arbore di Indietro Tutta: un prodotto burla, inventato per tenerci su tra ballerine e giochini vari. E così come sul finire degli anni Ottanta la gente chiedeva al supermercato o all’alimentari un prodotto inventato e inesistente solo perché reclamizzato alla tv, altrettanto accade oggi col fantomatico piano Colao che esiste solo nella finzione. In altre parole è un mero esercizio di stile, tra l’altro non richiesto.

 

Mi spiego. Non ho mai amato la moltiplicazione delle task force e non ne ho avvertito la necessità laddove tale creazione accadeva proprio sotto gli occhi di un parlamento costretto a interpretare il ruolo di damigella dell’esecutivo, pertanto non capisco nemmeno per quale motivo nell’opposizione lo si consideri degno di attenzione. A maggior ragione non si capisce a che cosa possa servire un piano creato da tale gruppo di lavoro in un contesto già caratterizzato dall’abuso della decretazione d’urgenza. Insomma il Colao Meravigliao mi pare l’ennesimo giro sulla ruota panoramica delle vanità, proprio in un momento di gravissime incertezze. Dicono che Conte non lo ami e che il governo non sappia adesso cosa farsene di questo piano; allora la domanda è: chi ha realmente chiamato il manager ex Vodafone? Davvero il presidente Mattarella? Sarebbe grave e imbarazzante. Mentre infatti il parlamento scalcia per il suo ruolo marginale...

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