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La faida estrema nel Movimento 5 stelle che fa impazzire Conte (e rinviare il decreto)

Di Maio blocca l'accordo sulla regolarizzazione. Ma il suo obiettivo è sbarrare la strada a un pericolosissimo rivale interno...

Carlantonio Solimene
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Una nuova strisciante faida devasta il Movimento 5 stelle e rischia di terremotare il già instabile governo di Giuseppe Conte. L'ala destra e l'ala sinistra dei grillini sono infatti in guerra sulla regolarizzazione dei lavoratori immigrati auspicata da Pd, Leu e Italia viva. Dopo che in maggioranza si era raggiunto un accordo benedetto dai ministri pentastellati Alfonso Bonafede e Nunzia Catalfo, la situazione è precipitata a causa dell'irruzione nel dibattito del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, già in rotta con Conte per la mancata condivisione delle ultime fasi della liberazione di Silvia Romano. Ebbene, Di Maio avrebbe spinto i suoi fedelissimi e il reggente Vito Crimi a dichiarare "in batteria" contro l'accordo raggiunto sui migranti. Il motivo sta nel fatto che l'ex capo politico, voglioso di riprendersi la leadership, si sarebbe accorto che da quando il Movimento ha ripreso a percorrere la strada dei temi identitari e "di destra" (il no all'immigrazione e al Mes, innanzitutto) si sarebbe verificata una ripresa nei sondaggi. Ma più che per rubare spazio a Matteo Salvini, Luigi Di Maio vorrebbe sbarrare il passo al ritorno di Alessandro Di Battista. Non a caso l'ex parlamentare romano negli ultimi giorni si è fatto sentire di meno nel dibattito pubblico. E a fare le spese di questo derby alla destra del Movimento è l'ala sinistra guidata da Roberto Fico, che avrebbe visto di buon occhio la regolarizzazione dei migranti. Invece tutto è tornato in discussione, per la disperazione di Conte e del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, impossibilitato a dare il via libera al decretone da 55 miliardi. 

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